Roberto Baggio, Ronaldo e Giuseppe Rossi. Tre campioni tra i più grandi passati nel campionato di Serie A nella storia recente. Lo testimonia il fatto che Baggio ed il brasiliano hanno avuto anche l'onore di sollevare al cielo il Pallone d'oro, massimo riconoscimento individuale in un gioco collettivo come il calcio. La storia di questi tre campioni è stata condizionata fortemente dagli infortuni alle ginocchia, curiosamente tutti allo stesso: il destro. Ripercorriamo le fasi, cominciando da Baggio. Il primo infortunio, rottura del legamento crociato anteriore e del menisco, avvenne a pochi giorni dalla firma del contratto con la Fiorentina nel 1985. Dopo una lunga fase riabilitativa il giovane talento tornò in campo ma il ginocchio fece ancora una volta crac e per lui iniziò il secondo calvario. I postumi di quegli infortunio Roberto se li è portati dietro per tutta la carriera: il dolore è stato uno sgradito compagno di viaggio che non se n'è mai andato. Da allora il Divin Codino ha continuato a giocare per altri 20 anni regalando emozioni e tutto il suo talento nelle numerose piazze dove si è accasato.
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Pepito, Baggio e Ronaldo: quel maledetto ginocchio destro…
Rossi come Baggio e Ronaldo: anche loro sono stati martoriati dagli infortuni ma si son sempre rialzati…
Anche "Il fenomeno" Ronaldo ha vissuto momenti sportivi drammatici. Quando vestiva la maglia dell'Inter nel 1999 subì una lesione parziale del tendine rotuleo del ginocchio destro. Il giocatore tornò in campo dopo un intervento chirurgico e sei mesi di riabilitazione ma subì un nuovo stop in una partita contro la Lazio le cui immagini sono ancora negli occhi di molti. Un doppio passo, una delle finte del suo repertorio, tradì il talentuoso giocatore che cadde a terra in lacrime: questa volta non si trattava di lesione ma di rottura totale. Il brasiliano ha proseguito la sua carriera, soprattutto col Real Madrid segnando a ripetizione.
La storia di Pepito possiamo evitare di ripercorrerla, è ben nota a tutti. Lo spettro della carriera a rischio è aleggiato anche se le tecnologie odierne permettono una parziale tranquillità poichè è veramente raro, al giorno d'oggi, vedere un calciatore che smette di giocare per un infortunio al ginocchio. Le ricadute del numero 22 viola sono state variegate e maggiori, per frequenza e per intensità, rispetto a quelle degli altri due campioni sopracitati. Giuseppe sta proseguendo la sua convalescenza in America e presto sarà a Firenze per cominciare il lungo percorso riabilitativo. In questi giorni Pepito & family hanno pubblicato alcuni video che testimoniano un netto miglioramento del suo umore (Clicca qui) che Gonzalo Rodriguez pochi giorni fa aveva descritto come nero, peggiore rispetto alle sfortune passate (Clicca qui). La Fiorentina ha bisogno di lui, Mario Gomez su tutti, anche se non è un mistero che occorre aspettare almeno la primavera e, ahinoi, l'inverno ancora non è cominciato. Spesso le storie dei più grandi campioni sono caratterizzate dall'intervento impietoso del destino che cerca di falciare i loro sogni. Come in un dribbling dei suoi Pepito dovrà cercare di sfuggire al dolore e di mettere a sedere la sfortuna, una volta per tutte. Con la consapevolezza che il suo ginocchio non è uguale a quello di tutti gli altri e con l'esempio di due leggende che testimoniano che nel calcio non ci si deve mai arrendere.
STEFANO ROSSI
Twitter @StefanoRossi_
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