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Il gioco? Non è bello ciò che è bello…

Sousa spiega la sua concezione di "bel gioco". I tifosi innamorati del tiki taka sono avvisati...

Stefano Rossi

Che cos'è il bel gioco? Scambi rapidi, palla a terra, avvicinarsi il più possibile alla porta senza lanci lunghi. Sì, tutto vero ma per coloro che sono innamorati del tiki taka. Paulo Sousa, pragmatico ma non materialista, non la pensa così. Per lui infatti il bello sta nel "controllo del gioco". Una sorta di strategia. Il portoghese vuole che la sua squadra sappia gestirsi per tenere il controllo della partita per tutti e 90'. Più che di calcio sembra di approcciarsi ad una sfida a Risiko ma tant'è. La capacità di dosare le proprie forze, di cambiare atteggiamento a seconda dell'esigenza non è utile solo alla ricerca del risultato ma anche per affrontare il percorso che si deve compiere per raggiungerlo.

Paulo ha scansato il campo da possibili equivoci e ha segnato una linea di stacco col passato. L'elegante possesso palla visto con Montella va nel cassetto dei ricordi dolci, di quelli che in un momento difficile si possono riaprire e tirare fuori ma senza abusarne. La Fiorentina, per volere del suo condottiero, deve diventare autorevole senza sbagliare le direttive di gruppo che riceve nel lavoro quotidiano. Quali? Mantenere i reparti vicini, tecnicamente la squadra corta, e sapersi muovere rapidamente in un telaio ben rodato. Sono queste principalmente le linee guida, dettate dal patrimonio tecnico a disposizione, per vedere in campo un "bel gioco", nella concezione del vocabolario di Sousa. Serve una rivoluzione, sia sul campo che nella nostra terminologia. A giudicare dai risultati e dalle indicazioni che si ricavano dalle prime partite della stagione il lavoro sembra iniziato. La Fiorentina sta cambiando per volere del suo allenatore perchè chi gioca un bel calcio vince più facilmente. Sarà una scommessa, ma in questo momento vale la pena provarci.