Gudmundsson
—Anche quando ha avuto il calo dopo la fine del mercato di gennaio, dava una grossa mano anche senza segnare, magari dando il via alle azioni decisive per i gol o comunque con gli assist. A lui non si può dare un ruolo, parte come attaccante ma va in giro per il campo come gli pare e piace. E lo fa bene, è un giocatore di livello che è costato davvero poco e che frutterà tantissimo.
Belotti
—L'ho allenato all'Albinoleffe: lui ha questo modo di interpretare la partita, bisogna tenere conto di tanti fattori. Ovvio che qualcosa in più me lo aspettavo, ma più vai avanti e più diventa difficile nonostante la buona volontà. Il problema della Fiorentina attuale non è legato a un giocatore o a un altro: onestamente con la Juventus sembrava che si fossero invertite le maglie, ma il pallone non entra.
Retegui
—E' stato fuori un po' di tempo, ma quando c'è non ti lascia mai da solo. Tiene palla, fa salire la squadra, non disdegna la profondità. Quando Beltran è arrivato alla Fiorentina ritenevo che avesse più potenzialità per emergere quest'anno, ma per adesso la bilancia la vedo pendere dalla parte di Retegui.
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