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Le stragelle

LE STRAGELLE – Gli idranti, gli applausi per Svengo, i tuffi goffi e le ammissioni di Ranieri

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Pagelle a tutto tondo di Fiorentina-Monza. Tutto quanto fa spettacolo nel bene e nel male
Il ViolAutore

3 all'approccio alla partita. Tre come le volte che i viola non sono scesi in campo con l'atteggiamento giusto in questo faticoso avvio di stagione. Era successo a Parma e nell'andata del preliminare di Conference. Ma neppure giovedì nei primi minuti i viola sembravano così determinati: è sicuramente uno dei (tantissimi) aspetti su cui Palladino dovrà lavorare durante la sosta. Benedetta come non mai.

4 ai tuffi di Terracciano sui tiri di Maldini. Nel primo caso è in ritardo e il 2-0 è servito; goffo anche quando il figlio d'arte cerca il bis, almeno riesce a deviare sul palo con un pizzico di fortuna. Per dare giudizi definitivi è presto, due considerazioni però ci stanno: difficilmente l'alternanza in porta paga; il De Gea di Budapest fa decisamente un altro sport.


5 al posizionamento di Biraghi sul gol di Djuric. Palladino non vuole chiamarlo braccetto ma il punto è un altro. Il capitano può farlo quel ruolo? Al di là dell'errore sull'1-0 del Monza, il capitano non dà troppa sicurezza come difensore puro. E sulla fascia la concorrenza è folta perché oltre a Parisi ora c'è anche l'eroe del giorno Gosens, che sembra il titolare designato.

6.5 al siparietto degli idranti che per innaffiare il campo nel pre-partita  per due volte disturbano gli inviati di Dazn, inzuppando le giacche dell'inviato e della vecchia conoscenza viola, Valon Behrami, ora impegnato in telecronaca come seconda voce. Loro si divertono poco, ma non succede nulla di grave e il pubblico ride. Serve anche un po' a stemperare la tensione precedente al fischio d'inizio.

7 al minuto di silenzio per Eriksson. Non rimase moltissimo tempo sulla panchina viola, sufficiente però per far apprezzare da tutte le componenti la sua classe e signorilità. Ma gli applausi di tutto lo stadio e i cori della curva per Svengo sono forse anche un tributo al modo in cui lo svedese ha scelto di affrontare la malattia. Sempre con il sorriso.

7,5 alla sincerità di Ranieri. In campo non è un fenomeno, si sa. E' complice anche lui dell'ennesima serataccia della difesa, però poi viene in sala stampa e chiede scusa per il rigore procurato in Ungheria e anche per la sceneggiata di cui si era reso protagonista con l'arbitro di Felcsut. Ammette di aver tirato la maglia all'avversario e rivela di aver vissuto i 45 minuti peggiori della sua vita. Perché alla Fiorentina ci tiene davvero.

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