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Viviano-Firenze, i segni di un legame unico

Dal tatuaggio sul petto fino al “doppio esordio” al Franchi (COMMENTA)

Redazione VN

Spesso nel calcio ci meravigliamo per quei calciatori che vengono considerati "mercenari", che pensano solo a rintuzzare il conto in banca, che non hanno un minimo attaccamento alla maglia della squadra che rappresentano. Tra questi non possiamo certo annoverare il nome di Emiliano Viviano, professione portiere, segni particolari: un giglio tatuato sul petto. Anzi per meglio dire sul cuore, quel cuore che batte di viola ma che le ignote leggi del calciomercato hanno sempre allontanato da casa sua, Firenze.

"Emiliano Viviano nasce a Fiesole il 1° dicembre del 1985, cresce con il mito di quel trio fantastico Toldo-Rui Costa-Batistuta e con quella maglia viola già appiccicata sulla pelle. In realtà il suo sogno giovanile si infrange nella torrida estate del 2002, quando la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori sparisce e tutti i giocatori, compresi quelli delle squadre giovanili come lo stesso Viviano, sono costretti a fare le valigie.

"Dieci anni dopo però il cerchio sembra aver trovato la sua quadratura, ma nella carriera di Emiliano Viviano Firenze e la Fiorentina sono sempre stati presenti, un richiamo sempre molto forte, un amore smisurato per la squadra della sua città; tante coincidenze ed incroci più o meno voluti che hanno fatto la differenza.

"Lui che alla fine delle partite chiedeva sempre il risultato della Fiorentina, che quando giocava a Brescia (in B si gioca al sabato) seguiva la squadra da tifoso in Curva Fiesole, da abbonato qualsiasi, a urlare e sostenere la squadra per 90 minuti, addirittura contro il Liverpool nel girone di Champions, nella sua ultima con la sciarpa al collo.  Poi gli strani incroci che hanno sempre avvicinato Viviano a Firenze e alla Fiorentina nella sua carriera da calciatore: sua figlia Viola, di cui lui stesso ha deciso il nome, nata il 16 agosto del 2009, una settimana prima dell'esordio in Serie A. Esordio che naturalmente il destino ha voluto fosse contro la Fiorentina, la sua squadra del cuore, ma invece che farsi prendere dall'emozione sfoderò una prestazione da veterano tale da rifuggire ogni dubbio sulla sua fede calcistica.

Un professionista serio, qualità fuori e dentro il campo che un certo Cesare Prandelli non poteva non notare. Da pochi mesi aveva abbandonato la causa viola per sedersi sulla panchina della Nazionale ed il destino si sa, bussa sempre due volte. Per omaggiare il tecnico che per cinque stagioni aveva guidato la Fiorentina fino a sfiorare i quarti di Champions League, la Federazione sceglie Firenze per la prima partita ufficiale verso Euro 2012 contro le Far Oer. E Prandelli regala ad Emiliano Viviano la serata più bella: l'esordio in Nazionale nello stadio di casa, 45 minuti indimenticabili sotto la Fiesole, che ora più che mai sembrano di nuovo vicini, anzi realtà. Lui che da avversario è tornato a Firenze e come promessa regalò la sua maglia del Palermo ad Andrea Della Valle, un "tornerò" che oggi si avvera. Lui che  ha rifiutato la Premier (Arsenal e Tottenham, mica roba da poco...) per poter abbracciare la maglia viola nuovamente, dopo 10 anni di calcio in giro per l'Italia.

E alla fine tornato a casa Emiliano, un ultras in campo per dare quella giusta dose di carica che manca a questa Fiorentina. Bentornato.

"Da 0.25 il miracoloso doppio intervento su Gilardino in Bologna-Fiorentina 1-1

"PIER FRANCESCO MONTALBANO