L’annuncio ancora non c’è stato ma potrebbe arrivare oggi. Viviano in prestito dal Palermo insieme a Della Rocca. Solo questione di tempo. O almeno così pare, anche se Zamparini vorrebbe mandarlo in Inghilterra. Ma Viviano vuole la Fiorentina. Da sempre. E vorrebbe anche la fascia di capitano. «Per uno nato a Fiesole che faceva il tifo in curva per Batistuta la maglia viola è il massimo». Viola è anche il nome di sua figlia, un dettaglio che la dice lunga sulla fede di questo ragazzone che giocava a calcio a Peretola sognando la Fiorentina. E alla Fiorentina per la verità c’è stato, fino al 2002, l’anno del fallimento, poi se ne andò a Brescia, dove ha incontrato Baggio. Oggi, dieci anni dopo, Viviano potrebbe tornare per mettersi addosso la maglia di titolare. «Sogno la Fiorentina fin da bambino» ha detto.
stampa
Parla Viviano: “La maglia viola è il massimo”
“A Firenze sarà bellissimo”, ora il sogno è la fascia da capitano
Anche se i primi calci li ha tirati da attaccante, nel Firenze Ovest. «Poi un giorno mancava il portiere e hanno messo me al poto suo». Anche la sua vita un giorno ha preso una direzione diversa. Via da Firenze. Cesena, Brescia, Bologna, un passaggio all’Inter, poi il Palermo. Ora Firenze di nuovo. Forse. «Sarebbe bellissimo». Giocatore e tifoso, ne sono rimasti pochi. Miccoli e il Lecce. De Silvestri e la Lazio. A Firenze uno così non si vedeva dai tempi di Flachi, il ragazzino che scese dalla Fiesole e fece innamorare la città. «Il ragazzo gioca bene» era uno slogan dell’orgoglio. Come l’orgoglio viola della famiglia Viviano. Anche i suoi fratelli — uno fa il dj — passavano le domeniche in curva. E ancora oggi, dopo ogni partita, la prima cosa che Emiliano fa è chiedere il risultato della Fiorentina. «Non ho mai nascosto la mia fede». Sfacciatamente tifoso della Fiorentina, ha un giglio tatuato sul petto, vicino al cuore. «Da bambino ero particolarmente vivace, forse per istinto di sopravvivenza verso i miei due fratelli maggiori — dice sul suo sito — Non è sempre stato facile coniugare la mia vivacità e la mia esuberanza con un ruolo statico come quello del portiere. Una volta ero talmente arrabbiato che mi sono seduto in mezzo alla porta lasciando che gli avversari facessero gol».
Emiliano è così. Imprevedibile. Irriverente. Guascone. «Una delle cose che adoro di più del calcio sono gli scherzi. E il luogo giusto per gli scherzi è lo spogliatoio — dice — . Lo ammetto: a volte per sopportarmi i miei compagni di squadra devono avere molto senso dell’umorismo e un po’ di pazienza. Da fiorentino il mio pezzo forte è la “supercazzola” di Amici miei: sparo in fretta frasi incomprensibili per costringere il mio interlocutore a restare a bocca aperta e chiedermi “Eh? Che hai detto?”». Per caricarsi prima di una partita ascolta «La mano de dios», l’inno a Diego Maradona. Gli piacciono i film di Pieraccioni e il suo piatto preferito è la bistecca. Quando è arrivato a Palermo si è fatto fare una maglia personalizzata, grigia con i bordi viola in onore della Fiorentina. Non è la prima volta che il suo nome viene accostato alla Fiorentina, ma questa volta il trasferimento sembra più possibile di altre volte. Dieci anni dopo quell’addio che forse era solo un arrivederci.
Giuseppe Calabrese - la Repubblica
© RIPRODUZIONE RISERVATA