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Spalletti su Kean: “Potenza unita alla tecnica. Ora che fa anche tanti gol…”

Redazione VN
Le parole di Luciano Spalletti, tecnico della Nazionale, rilasciate a La Gazzetta dello Sport, su Moise Kean e sulla sua stagione

Luciano Spalletti, tecnico della Nazionale, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, dove, tra le altre cose, ha parlato anche di Moise Kean e della sua incredibile stagione. Ecco le sue parole:

Leggiamo la stagione di Retegui e Kean: chi la sta sorprendendo di più?

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"Centravanti diversi. Per caratteristiche: Retegui è una prima punta di posizione, Kean di movimento, quasi seconda punta per certe variazioni sul tema. E ovviamente sto solo provando a sintetizzare. Però sicuramente vedo un parallelo fra i due: entrambi in questa stagione si stanno completando, a livello di crescita personale"

Come può crescere ancora Kean?

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"Moise resta potenza unita alla tecnica, ma prima non era così finalizzatore: meno da area, più di movimento. In questo si è perfezionato, è migliorato molto nelle cosettine che gli mancavano, anche se nel primo controllo, rispetto a Mateo, ci mette ancora un pochino di più a sistemarsi la palla. Però, mentre a Retegui devi un po' portarla, per farlo tirare, Kean se la porta in zona gol anche da solo, per cercare la porta"

Eredità del passato?

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"È l'eredità dell'essere stato un attaccante esterno: nel Psg giocava così, nella Juve lo ha fatto, anch'io l'ho messo a sinistra. E lui è migliorato nel venire a ritagliarsi spazi in area. Visto il gol contro il Genoa? Segue il cross girandosi con il corpo e dà la frustata d'esterno: un gol da Ibrahimovic, da Cristiano Ronaldo. E il gol contro l'Inter, di testa? Da centravanti puro. È passato prima davanti al difensore, per farsi vedere, poi è andato a "nascondersi", poi è schizzato fuori per andare a segnare. È la prima cosa che deve saper fare un attaccante: nascondersi. Perché il difensore è comodo anzitutto quando vede palla e uomo: questo è solo un principio di massima, ma spesso funziona.


Hanno trovato entrambi l'ambiente ideale?

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"Non c'è dubbio, ma ci hanno messo del loro, sono stati bravi. Soprattutto a Firenze non vivacchi tranquillo se non fai il tuo dovere. Di sicuro Kean, che in Italia vediamo da più tempo, è maturato molto. Retegui, da quando l'ho conosciuto, mi ha sempre dato l'impressione di essere anche un buon "soldato".