Come può crescere ancora Kean?
—"Moise resta potenza unita alla tecnica, ma prima non era così finalizzatore: meno da area, più di movimento. In questo si è perfezionato, è migliorato molto nelle cosettine che gli mancavano, anche se nel primo controllo, rispetto a Mateo, ci mette ancora un pochino di più a sistemarsi la palla. Però, mentre a Retegui devi un po' portarla, per farlo tirare, Kean se la porta in zona gol anche da solo, per cercare la porta"
Eredità del passato?
—"È l'eredità dell'essere stato un attaccante esterno: nel Psg giocava così, nella Juve lo ha fatto, anch'io l'ho messo a sinistra. E lui è migliorato nel venire a ritagliarsi spazi in area. Visto il gol contro il Genoa? Segue il cross girandosi con il corpo e dà la frustata d'esterno: un gol da Ibrahimovic, da Cristiano Ronaldo. E il gol contro l'Inter, di testa? Da centravanti puro. È passato prima davanti al difensore, per farsi vedere, poi è andato a "nascondersi", poi è schizzato fuori per andare a segnare. È la prima cosa che deve saper fare un attaccante: nascondersi. Perché il difensore è comodo anzitutto quando vede palla e uomo: questo è solo un principio di massima, ma spesso funziona.
Hanno trovato entrambi l'ambiente ideale?
—"Non c'è dubbio, ma ci hanno messo del loro, sono stati bravi. Soprattutto a Firenze non vivacchi tranquillo se non fai il tuo dovere. Di sicuro Kean, che in Italia vediamo da più tempo, è maturato molto. Retegui, da quando l'ho conosciuto, mi ha sempre dato l'impressione di essere anche un buon "soldato".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.violanews.com/assets/uploads/202512/54c2ee2bb15377380945abbea85e0344.png)