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FLORENCE, ITALY - JANUARY 19: Moise Kean of ACF Fiorentina reacts during the Serie A match between Fiorentina and Torino at Stadio Artemio Franchi on January 19, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
L'importanza di Moise Kean per la Fiorentina era già chiara, ma la sua assenza contro il Como ha confermato quanto sia insostituibile. Senza il suo centravanti, la squadra è apparsa priva di soluzioni offensive, con tentativi forzati di adattare giocatori come Zaniolo, Beltrán e Ndour a un ruolo che nessuno di loro può ricoprire efficacemente. Il vuoto lasciato dall'ex Juventus è stato evidente e ha sottolineato la mancanza di alternative nel reparto avanzato.
I numeri parlano chiaro: con 19 gol in 29 partite (una rete ogni 120 minuti), Kean sta vivendo la sua miglior stagione in carriera. Con 15 centri in Serie A, è secondo solo a Retegui e ha contribuito per il 36,6% dei gol della Fiorentina, dimostrando di essere il fulcro offensivo della squadra. La decisione di puntare tutto su di lui ha pagato, ma ha anche rivelato una pericolosa dipendenza dalla sua presenza in campo.
Oltre a essere il leader realizzativo, Kean è il perno attorno al quale ruota il gioco della Fiorentina. Palladino ha costruito un sistema che lo esalta: è la prima opzione per le manovre offensive, il riferimento per i lanci dalle retrovie e la soluzione per risalire il campo sotto pressione. Senza di lui, la squadra perde identità e incisività, evidenziando un limite strutturale che potrebbe pesare nel finale di stagione. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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