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Salute degli sportivi agonisti: ecco cosa dice il Decreto del Ministero

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Ecco cosa prevede il Decreto stilato nel 1982 dal Ministero della Sanità
Redazione VN

Alla luce di quanto occorso a Edoardo Bove, La Gazzetta dello Sport fa chiarezza sul protocollo medico sportivo che i calciatori, di Serie A e non solo, devono seguire. Il Decreto del Ministero della Sanità del 1982 sulla tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica si compone di sette articoli gli obbligano gli agonisti a "sottoporsi previamente e periodicamente al controllo dell'idoneità specifica allo sport che svolgono o che intendono svolgere". Gli accertamenti che i calciatori devono svolgere sono alcuni uguali per tutti. Altri vengono decisi dai medici. Nel Decreto del 1982 si legge che "il medico visitatore ha la facoltà di richiedere ulteriori esami specialistici e strumentali su motivato sospetto clinico". Non sono, quindi, esami di routine. A questo punto si deve procedere con ecocidio, tac coronarica, holter o risonanza magnetica. Se un calciatore non supera la visita di idoneità sportiva, "l'interessato può, nel termine di 30 giorni, proporre ricorso dinanzi alla commissione regionale composta da medici con differenti specializzazioni". Se una società sportiva nasconde un giocatore non idoneo, sarà indagata dalla Procura Federale. Le sanzioni sono pesante. Le società, quindi, hanno l'obbligo - in base all'articolo 43 delle Noif - "di comunicare il fatto immediatamente ai fini della tempestiva revoca del tesseramento".

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