La Fiorentina arriva alla sfida di oggi contro il Genoa con un peso enorme sulle spalle: quello di una classifica preoccupante, di una piazza esasperata e di una fiducia da ricostruire. Non ci sono più alibi, bonus o colpe da distribuire altrove: il tempo delle giustificazioni è finito. A Marassi, contro i rossoblù di De Rossi, per i viola è già una partita spartiacque, un test decisivo per iniziare a risalire o per affondare ancora di più in una crisi che sa di zona retrocessione.

Repubblica Firenze
Repubblica: “Il tempi dei bonus è finito. I tifosi minacciano, Vanoli deve vincere”
Paolo Vanoli, da pochi giorni sulla panchina gigliata, vive un debutto complesso, sospeso tra l’emozione del ritorno in viola — stavolta da allenatore — e l’urgenza di dare una scossa a una squadra smarrita. Ha trovato un gruppo impaurito, incapace di reagire e reduce da settimane caotiche: l’esonero di Pioli, le dimissioni di Pradè, il rifiuto della piazza a D’Aversa, e un ambiente diviso e stanco. Il nuovo tecnico, pragmatico e diretto, ha voluto subito mettere le cose in chiaro: «Dobbiamo capire dove siamo e resettarci. Bisogna fare punti, rimboccarsi le maniche e smettere di commettere gli errori visti in Coppa».
Parole semplici ma precise, quelle di Vanoli, che ha chiesto ai suoi una Fiorentina “operaia”, pronta a lottare su ogni pallone. Sa bene che Firenze è una piazza che sostiene, ma pretende: la Curva Fiesole ieri lo ha ricordato con uno striscione eloquente — “Senza mister non avete più scusanti. Lottare e vincere o passeremo alle maniere pesanti” —, un ultimatum che fotografa perfettamente il momento. I tifosi, comunque, saranno presenti anche a Genova, quasi in mille, a testimoniare che la passione non manca, ma la pazienza sì.
Sul piano tecnico, è ancora presto per vedere la mano del nuovo allenatore: solo due allenamenti non bastano per cambiare volto a una squadra, ma qualcosa dovrà già vedersi, soprattutto nell’atteggiamento. «Dobbiamo ripartire da poche cose, ma farle bene. Quando non si può vincere, non si deve perdere», ha ribadito Vanoli, consapevole che anche un punto oggi potrebbe valere molto per morale e fiducia.
La missione salvezza, però, resta dura: la Fiorentina non vince in Serie A da maggio, ha perso undici punti da situazioni di vantaggio e per raggiungere quota 40 ne servono almeno una decina di vittorie nelle restanti ventotto gare. Numeri impietosi per una squadra costruita per altri obiettivi, ma oggi costretta a lottare con umiltà. A Marassi non ci sarà spazio per i sentimentalismi: serviranno concretezza, carattere e coraggio. Il tempo delle parole è finito — da oggi comincia davvero l’era Vanoli. Lo scrive Repubblica Firenze.
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