Con Stefano Pioli arriva un pacchetto di esperienza che raramente si era visto negli ultimi anni con Della Valle e Commisso
"Dicono che il tempestivo e per ora eccellente mercato della Fiorentina dipenda in buona parte dalla presenza di Stefano Pioli sulla panchina viola. In realtà, il passaggio è precedente: se la Fiorentina sceglie Pioli, uno che ha già uno scudetto nel suo salotto, è perché ha davvero qualche ambizione, altrimenti si orienta su un giovane, come nelle ultime quattro stagioni. Col doppio ex (in campo e in panchina) non prendi solo un tecnico, ma un pacchetto intero e dentro quel pacchetto ci sono le ambizioni. Che poi vanno trasformate in gioco e risultati e questo dipenderà soprattutto da Pioli".
Così Alberto Polverosi apre il suo editoriale sul Corriere dello Sport - Stadio. Il nuovo tecnico viola è la garanzia del nuovo corso viola, che negli ultimi anni sia con Della Valle che con Commisso, ha quasi sempre puntato su allenatori giovani o scommesse. Lo erano Mihajlovic e Montella dopo la parentesi Prandelli, in parte anche Paulo Sousa che aveva allenato solo all'estero, lo sono stati più recentemente Italiano e Palladino.
"E’ un cambiamento di rotta. Conoscendo Pioli e la sua carriera non viene da pensare che abbia scelto Firenze solo per lo splendore di questa città. Per un materiale tecnico come quello della Fiorentina, migliorato nelle ultime tre sessioni di mercato (in questa però dobbiamo ancora aspettare cosa accadrà con Kean e chi sarà l’eventuale sostituto), serviva un allenatore di spessore, uno che conosca a fondo il calcio italiano e Pioli in carriera ha allenato in Serie A per sedici stagioni, con Parma, Chievo, Bologna, ma anche con Lazio, Inter e Milan. Stavolta la Fiorentina non inizia con una scommessa".