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Ernesto Poesio, sulle pagine del Corriere Fiorentino, ha analizzato la sconfitta della Fiorentina contro l'Empoli in Coppa Italia:
Corriere Fiorentino
Ernesto Poesio, sulle pagine del Corriere Fiorentino, ha analizzato la sconfitta della Fiorentina contro l'Empoli in Coppa Italia:
Aveva avuto bisogno di un tempo, la Fiorentina, per togliersi di dosso la paura di domenica scorsa, le immagini di Bove che si accascia a terra, il suono delle urla disperate alla ricerca di soccorsi. Troppo forte ciò che è accaduto per essere metabolizzato in pochi giorni e ancora, probabilmente, ne serviranno alla Fiorentina di Palladino per recuperare quell’entusiasmo che nell’ultimo mese ha fatto da moltiplicatore delle proprie forze. D’altronde non è facile entrare in campo portando con sé quel messaggio scritto con il cuore (anzi con due cuori) e rivolto al compagno ancora ricoverato in ospedale. Lo temeva Palladino e per questo aveva compiuto probabilmente la scelta più saggia: affidarsi (salvo poche eccezioni) alla squadra che aveva giocato i primi 17 minuti di gara contro l’Inter. Un modo per dire ai suoi che la partita con l’Empoli di Coppa Italia avrebbe avuto bisogno di tutte le energie e qualità a disposizione. Ma l’Empoli non è venuto a Firenze per fare presenza. Nonostante una formazione iniziale imbottita di giovanissimi, la squadra di D’Aversa che aveva già eliminato il Torino ha giocato una partita ordinata, convinta, aggressiva. Certo ad aiutare gli azzurri ci si è messo anche Quarta (nello sperimentale ruolo di mediano) con un errore tanto banale quanto grave che ha spianato la strada al vantaggio di Ekong rendendo ancora più difficile il compito ai viola. Con il passare dei minuti la Fiorentina è sembrata ritrovarsi, tanto da riuscire prima a pareggiate e poi a passare in vantaggio salvo poi essere nuovamente trafitta dalla squadra di D’Aversa. Ci sono dunque voluti i rigori per decidere il passaggio dell’Empoli ai quarti di finale. Una lotteria che ai preliminari di Conference aveva premiato i viola contro il Puskas. Ma in Ungheria tra i pali c’era De Gea che proprio con quella partita iniziò a mostrare quanto può essere decisivo un grande portiere. Ieri sera invece a decidere sono stati gli errori dal dischetto. Troppi quelli dei viola, per la festa dell’Empoli.
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