Il 7 aprile 2019, con il gol all’84° minuto di Ciofani in Fiorentina-Frosinone (0-1), iniziò una crisi che segnò profondamente la stagione viola: le dimissioni di Pioli, l’arrivo di Montella, l’eliminazione in Coppa Italia e una salvezza sofferta all’ultima giornata. Quella partita fu uno spartiacque, il punto di non ritorno per una squadra che a Natale sognava la Champions e a fine maggio lottava per non retrocedere.


La Nazione
Pioli e quel strano 2019. Solo Terracciano è rimasto, gli altri…
Sei anni dopo, il legame tra Stefano Pioli e la Fiorentina potrebbe riannodarsi in un contesto simile per tensioni ambientali (la Curva era in contestazione anche allora), ma con ambizioni decisamente diverse, dato il recente 6° posto e la semifinale europea. Di quella rosa del 2018/19 è rimasto solo Pietro Terracciano, allora secondo portiere. Molti ex compagni sono ancora in attività, alcuni a ottimi livelli tra Serie A, B ed estero, e quasi tutti hanno un buon ricordo di Pioli, al punto da provare a convincerlo a non lasciare dopo quella sconfitta.
Diversi nomi oggi spiccano altrove: Vlahovic è alla Juventus, Chiesa (ora al Liverpool) è in odore di ritorno, Biraghi gioca al Torino, Simeone al Napoli, Pezzella è tornato al River, Milenkovic è in Premier. Anche figure di secondo piano hanno proseguito le loro carriere o cambiato vita, come Graiciar, ora mental coach. In soli sei anni, quel gruppo e la società sono cambiati profondamente, come se fosse passata un’intera era calcistica. Lo scrive la Nazione.
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