Archiviato il capitolo riscatti, in casa Fiorentina è già tempo di affrontare una delle salite più ripide dell'estate: la clausola rescissoria di Moise Kean. A partire da martedì 1° luglio, infatti, scatterà la finestra di due settimane durante la quale qualsiasi club – italiano o straniero – potrà assicurarsi l’attaccante viola versando i 52 milioni previsti nel contratto.


La Nazione
Nazione su Kean: “Lui vuole rimanere in Europa. Attenzione all’Atletico Madrid”
Una cifra che, alla luce dei meccanismi attuali del mercato, potrebbe presto sembrare persino un affare. Kean è giovane, ha margini di crescita ancora inespressi e viene da una stagione da protagonista: chi lo vuole sa bene che, una volta scaduta la clausola, strapparlo a Firenze potrebbe costare ben di più.
Tutto ruoterà intorno a due variabili: chi busserà alla porta della Fiorentina con l'assegno giusto, e soprattutto quali saranno le intenzioni del giocatore. Dall’Arabia è già arrivato più di un ammiccamento, con ingaggi stellari sul piatto, ma Kean sembra ancora legato a un progetto sportivo europeo di alto livello. Il campo, la competizione e l’ambizione restano le sue priorità.
Diverso sarebbe se a farsi avanti fossero club come Manchester United, Arsenal o Atletico Madrid: destinazioni che potrebbero affascinarlo non solo per blasone, ma anche per l’eventuale promessa di una maglia da titolare e un ruolo centrale nel progetto. In quel caso, la palla passerebbe davvero a Kean e alle sue ambizioni.
E in Italia? Radiomercato non esclude scenari a sorpresa. Il Napoli di Conte ha mostrato interesse già settimane fa, mentre più di recente si è parlato di un sondaggio del Milan, su input dell’ex tecnico Allegri. Difficile dire se uno di questi club deciderà di tentare il blitz. Ma se dovesse accadere, per la Fiorentina sarebbe il retroscena più amaro: vedere il suo bomber, l’uomo simbolo della rinascita e delle speranze viola, diventare il volto di un’altra squadra di Serie A.
Firenze attende con il fiato sospeso. La clausola scade il 15 luglio. Fino ad allora, ogni giorno può essere quello decisivo. Lo scrive la Nazione.
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