Il conto alla rovescia continua: mancano otto giorni alla scadenza della clausola rescissoria di Moise Kean. Introdotta l’estate scorsa con una valutazione di 52 milioni di euro, la clausola si avvicina al giro di boa, dopo una prima settimana trascorsa senza scossoni. Ma il vero interrogativo resta: la Fiorentina può davvero considerarsi al sicuro una volta passati questi otto giorni?

La Nazione
Nazione avvisa: “Kean può partire anche dopo la clausola. Dipende da… Vlahovic!”
La risposta è tutt’altro che semplice. Perché se oggi nessun club sembra intenzionato a versare immediatamente la cifra richiesta, una volta scaduta la clausola il valore di Kean potrebbe addirittura salire, soprattutto se innescato da un effetto domino legato alle cessioni eccellenti nei top club europei. Un esempio? Se il Napoli dovesse vendere Osimhen o il Milan salutare Theo Hernandez, potrebbero liberarsi risorse importanti e immediate per lanciare l’assalto a Kean.
Al momento, i segnali sono concreti ma leggeri. Il Napoli osserva, ma è paralizzato dalla posizione di Osimhen. Il Milan si è fatto risentire, ma più per scardinare le richieste della Juve su Vlahovic – obiettivo dichiarato di Allegri – che per un reale interesse. L’Inter? Marotta ha lasciato intendere qualcosa, ma senza affondare il colpo. Chi invece merita più attenzione è il Manchester United, che ha da tempo messo Moise nel mirino: un blitz nelle ore finali della clausola non è da escludere, specie se supportato da un’intesa già esplorata col giocatore e il suo entourage.
In tutto questo, la vera chiave sarà Kean stesso. Clausola o no, la sua volontà sarà decisiva. Sarà lui, con il suo sì o il suo no a un’offerta da fuori, a determinare il futuro. Se decidesse di restare a Firenze, si aprirebbe un altro fronte: una probabile ridiscussione del contratto, con conseguente aggiornamento dell’ingaggio in linea con il suo ruolo centrale nel progetto tecnico di Pioli.
Insomma, i prossimi otto giorni potrebbero non essere il punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova fase calda e delicata del mercato viola. Lo scrive la Nazione.
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