Alberto Malusci ha ricordato alla Gazzetta dello Sport il suo ex compagno di squadre e amico Celeste Pin, scomparso qualche giorno fa. L'ex difensore viola non ha trattenuto le lacrime ricordando quello che per lui è stato un esempio importante da seguire nel calcio e fuori:

Gazzetta dello Sport
Malusci in lacrime: “Non ho capito la fatica di vivere che Celeste portava dentro”
Celeste mi voleva bene, è stato il mio capitano alla Fiorentina, mi ha insegnato tanto. Ci eravamo visti a giugno in un camp per bambini della scuola calcio, qua a Firenze, avevamo riso e scherzato per tutta la settimana. Abbiamo parlato di un progetto da fare insieme (la voce di Malusci si incrina)... è difficile darsi una ragione di quello che è successo, mai e poi mai avrei immaginato...
Lei ha provato a cercarla, una ragione che spieghi il gesto estremo di Pin? Soffro anche solo a figurarmelo, un gesto così. La verità è che nessuno di noi può dire con assoluta certezza di conoscere un amico fino in fondo, nessuno può capire le ombre con cui gli altri convivono. Da quando Celeste se ne è andato ho provato a ricostruire ogni momento vissuto con lui, ma non sono riuscito a cogliere nulla, non un segnale, niente. È questa la cosa che mi rimprovero: non aver colto la fatica di vivere che Celeste portava dentro
Lei sapeva che, come ha raccontato l'ex moglie, da anni Pin faceva uso di farmaci per gestire la depressione? No, non lo sapevo. L'ho letto e mi sono stupito. Se è vero che il comportamento di una persona è lo specchio della sua anima, allora io ricordo solo un Celeste gioviale, allegro, di buonumore
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