Si chiama: outlook. Indica la tendenza futura e conta quanto il voto sulla situazione presente perché ti dice: questo titolo va così così ma migliorerà; oppure, questi conti sono accettabili ma destinati a peggiorare. Ecco, se Moody’s o Fitch recensissero la Fiorentina di Palladino è verosimile che darebbero un voto positivo sulla sesta posizione tuttora occupata in classifica, ma certo non sull’outlook. Quello sarebbe molto negativo. Chi, del resto, in questo momento scommetterebbe sulla capacità della Viola di mantenere la posizione alla luce delle prestazioni offerte, del distacco ormai minimo sulle inseguitrici dai nomi altisonanti? Pochi, pochissimi. Dopo sei mesi di lavoro il livello di calcio espresso dalla squadra è troppo basso per sperare in un altro miracolo come quello delle otto vittorie consecutive nel girone d’andata. Palladino non può non esserne chiamato a rispondere, ma occhio sempre alla ricerca esasperata del capro espiatorio. Anche nel tanto decantato mercato di gennaio qualcosa non è andato per il verso buono. L’altra sera l’Inter ha eliminato la Lazio con i gol della terza punta (Arnautovic) e un rigore conquistato dalla quinta (Correa). La Fiorentina, senza Kean e Gud, praticamente non ha più attaccanti di ruolo in rosa, né titolari né riserve. Chi segna?
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