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GERMOGLI PH: 17 APRILE 2025 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI CONFERENCE LEAGUE FIORENTINA VS CELJE NELLA FOTO RANIERI
In soli quattro giorni la Fiorentina ha compromesso tutta la stagione, perdendo sia l’accesso alla finale di Conference League contro il Betis, sia ogni residua speranza di qualificarsi in Europa attraverso il campionato. Se giovedì i viola avevano mostrato almeno cuore contro un avversario superiore, nella sconfitta di ieri a Venezia è mancato tutto: anima, gioco e determinazione. Al contrario, il Venezia ha dimostrato grinta e voglia di salvarsi, meritando i tre punti che lo rilanciano in classifica. La Fiorentina, invece, ha affrontato la sfida decisiva con un atteggiamento inspiegabilmente arrendevole.
Le speranze europee erano già flebili, ma si sono definitivamente spente al Penzo. I viola, ora noni, avrebbero dovuto vincere tutte le ultime tre partite per avere una chance, ma non ne sono stati all’altezza. Le assenze pesanti di Kean e Gudmundsson, unite a due episodi dubbi in area (un tocco di mano di Candé sul gol del vantaggio e uno di Ellertsson su un colpo di testa di Pablo Marí), non bastano a spiegare una prestazione così negativa. Al di là degli episodi, la squadra di Palladino è apparsa spenta, prevedibile e fragile in difesa, confermando tutti i limiti di una rosa che arriva scarica al momento decisivo.
Nel primo tempo il Venezia spreca diverse occasioni con Yeboah, mentre la Fiorentina si rende pericolosa solo con Fagioli. Ma è nella ripresa che crolla: Candé segna sfruttando un errore di Pablo Marí, poi Oristanio raddoppia approfittando di un'altra disattenzione difensiva. Mandragora accorcia le distanze con un bel sinistro, ma è troppo tardi. Il palo di Ranieri poco prima del secondo gol veneziano è l’ultimo segnale di una squadra ormai rassegnata. A fine partita, i tifosi viola contestano duramente: i fischi sono l’immagine più chiara del fallimento di una stagione che doveva essere quella del salto di qualità. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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