La Nazione ha molti punti interrogativi su Raffaele Palladino
La Fiorentina ha vissuto una giornata surreale dopo la telefonata con cui Raffaele Palladino ha annunciato le sue dimissioni al direttore generale Alessandro Ferrari, senza però formalizzarle per iscritto. Questo limbo burocratico non cambia la sostanza: il rapporto tra le parti è rotto e nessuno, in società, si aspetta un ripensamento da parte del tecnico. Anzi, mentre Palladino tace, la dirigenza si è già attivata per scegliere il nuovo allenatore, con un primo summit tecnico al Viola Park tra Ferrari, Pradè e Goretti, in costante contatto con Commisso dagli Stati Uniti.
Il colpo di scena è avvenuto nel giro di poche ore: da tecnico al centro della pianificazione estiva, Palladino ha deciso di rompere il contratto fino al 2027, motivando la scelta con l’eccessiva pressione ambientale a Firenze, come già sperimentato da allenatori del passato. Tuttavia, resta il dubbio su quale sia stata la reale causa scatenante: davvero solo il peso della piazza o un conflitto irrisolvibile con Pradè? Un nodo che il tecnico ha sempre smentito pubblicamente, ma che ora torna centrale nel dibattito.