La Gazzetta dello Sport analizza la prestazione ad Atene contro il Panathinaikos della Fiorentina. Come scrive il quotidiano, nel buio di Atene la Fiorentina ha trovato qualche bagliore solo nella seconda metà del primo tempo. Nulla di particolarmente intenso: più il chiarore di una candela che l'illuminazione di una lampada. Però quella luce fioca l'ha accesa Nicolò Fagioli. Non sono rimaste molte cose positive dalla trasferta greca: la capacità di reazione alla doppia botta iniziale e, appunto, la consapevolezza che l'ex juventino potrà essere prezioso in un intenso finale di stagione. Nicolò ha bisogno di giocare con continuità. Ma in quale ruolo? E in quale sistema? La Fiorentina vive un momento di grande confusione, ha smarrito la sua identità, fatica a organizzare una partita difensiva e anche a costruirne una offensiva. Probabilmente in questo momento la soluzione ideale sarebbe individuare gli undici migliori e metterli insieme in un modulo che ne esalti le caratteristiche, ma il centrocampo della Fiorentina è assemblato in modo particolare: sono tutti giocatori compassati, senza cambio di ritmo, a parte Folorunsho che non a caso è stato utilizzato da esterno. Fagioli, Cataldi, Mandragora e Adli non sono uguali, ovviamente, ma per certi versi non sono nemmeno così diversi. Quindi la composizione del reparto non è semplice.
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La Gazzetta dello Sport
Gazzetta: “La luce fioca di Atene l’ha accesa Fagioli. Gli serve continuità”
L'analisi de La Gazzetta dello Sport del centrocampo della Fiorentina e di Nicolò Fagioli.
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