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FLORENCE, ITALY - APRIL 17: Head coach Raffaele Palladino manager of ACF Fiorentina gestures during the UEFA Conference League 2024/25 Quarter Final Second Leg match between ACF Fiorentina and NK Celje at Stadio Artemio Franchi on April 17, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
La Gazzetta dello Sport si sofferma sul gioco della Fiorentina di Raffaele Palladino. La prestazione contro il Celje non è stata all'altezza e continua la sofferenza contro le squadre "piccole":
Sembra tutto risolto. E invece la Fiorentina si addormenta, Gudmundsson assiste alla gara, Fagioli non è concreto, sulle fasce si soffre più di quanto si spinga e il Celje comincia ad avanzare. Una combinazione veloce tra Seslar, Zabukovnik e Matko regala il pareggio agli sloveni, complice l'assetto contemplativo di Parisi e Comuzzo. E quando Nemanic svetta su corner e batte De Gea, la paura si impadronisce dei viola. Per fortuna dura poco: il tempo che serve a Mandragora per innescare Kean, bravissimo a tuonare in porta il pallone della qualificazione (benedetto dal Var dopo segnalazione errata di fuorigioco). Negli ultimi minuti il Celje spunta ancora in area. In qualche modo la Fiorentina resiste, ma sorprende negativamente la difficoltà di controllare rivali così deboli. Non si muove quasi nessuno, vogliono tutti la palla sui piedi e ogni giocata diventa difficile. Il possesso può essere un dato sterile, ma qualcosa dice: il 24,1% dei viola nella ripresa è inquietante perché racconta l'incapacità di controllare la partita contro un avversario inferiore. È come se la Fiorentina non volesse il pallone perché non saprebbe cosa farne. Lasciarlo al Celje ha causato danni marginali, lasciarlo al Betis potrebbe essere fatale.
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