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La Nazione

Dzeko, il gol adesso non ha età: lo dimostrano Ibrahimovic, Lewandowski ma non solo

Redazione VN
I bomber d'Europa sono anche non di primo pelo

Zlatan Ibrahimovic aveva quasi 39 anni quando, nel gennaio 2020, tornò al Milan su richiesta di Stefano Pioli per guidare la rinascita della squadra. La sua presenza fu determinante nella risalita in classifica e, due anni dopo, contribuì con la sua leadership e i suoi gol alla conquista dello scudetto del 2022. Questo precedente spiega il parallelo spontaneo con Edin Dzeko, che si appresta a unirsi alla Fiorentina proprio sotto la guida dello stesso Pioli. Anche stavolta, l’allenatore ha voluto accanto a sé un attaccante esperto, capace di portare personalità e concretezza.

La scelta di affidarsi a bomber di lunga data non è isolata: Pedro, classe 1987, ha garantito rendimento alla Lazio con 34 gol in 176 presenze e ha appena rinnovato fino al 2026. All’estero, Robert Lewandowski continua a segnare con regolarità per il Barcellona (101 reti in 147 partite), mentre Jamie Vardy, icona del Leicester, ha messo a segno 30 gol nelle ultime due stagioni, nonostante l’età avanzata. Questi casi confermano che l’anagrafe non è più un limite invalicabile nel calcio di oggi.

Numerosi attaccanti, infatti, hanno prolungato la loro carriera ben oltre i 40 anni. Fabio Quagliarella ha lasciato il calcio nel 2023 a 40 anni suonati, così come fecero Sergio Pellissier nel 2019 e Francesco Totti nel 2017, entrambi esempi di longevità agonistica. La tendenza è chiara: i calciatori senza età, lontani dall’essere un’eccezione, sono sempre più protagonisti, dimostrando che con il giusto fisico e la giusta mentalità, l’età può davvero diventare solo un numero. Lo scrive la Nazione.