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L'analisi della flessione

Cosa non va nella Fiorentina: viaggio nei motivi della crisi viola

Palladino
Una difesa che fa acqua, un centrocampo troppo leggero e un attacco inconcludente. Viaggio nella crisi acuta della Fiorentina di Palladino
Redazione VN

Come si è arrivati al pessimo momento in cui naviga la Fiorentina? I motivi, secondo La Nazione e il Corriere Dello Sport, sono molteplici e vanno ricercati in tutti i reparti e le zone del campo. E ora toccherà ancora a Palladino, incassata la fiducia dalla società, ricomporre i pezzi.

Difesa colabrodo

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Il primo problema è davanti a De Gea: al netto dei 2 punti in 6 gare, il reparto arretrato sembra quello che ha palesato i maggiori problemi. È passata dall'essere fra le migliori del campionato a 11 reti incassate in questo periodo. Qualcosa si è inceppato: Pongracic è un corpo estraneo, il rendimento di Ranieri e Comuzzo è calato così come di Dodo e Gosens. A vedere molti degli ultimi gol incassati, sembra tanto un problema di testa e di concentrazione.


Centrocampo friabile

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 Anche in mezzo non va meglio. Cataldi, finora imprescindibile, è alle prese con problemi fisici che minano la sua titolarità e insieme all'assenza di Bove la mediana sta risentendo. Adli è irriconoscibile, Richardson non è mai riuscito a mettersi in luce: è arrivato Folorunsho che può dare tanto, ma Palladino aspetta il mercato.

Attacco spento

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Moise Kean è la luce nel buio: i 12 centri sono straordinari, ma intorno a lui c'è quasi il nulla. Beltran, Colpani, Gudmundsson, Beltran, Sottil, Kouame, Ikoné: nove reti totali in metà campionato. Una pochezza offensiva che pesa eccome e sui cui è probabilmente Palladino ad aver le maggiori colpe. Dovrà lavorarci non poco in questa settimana. Soprattutto l'islandese è finito nel mirino della critica per le ultime prestazioni: da valore aggiunto a contestato.

Gudmundsson
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