Pantaleo Corvino, oggi direttore sportivo del Lecce ma per anni dirigente anche della Fiorentina, si è aperto a 360° in un'intervista a Tuttosport. Da Firenze, a Vlahovic, ricordando Davide Astori. Ecco tutti i temi toccati:
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VIOLA NEWS news viola stampa Corvino: “La morte di Astori mi cambiò. Orgoglioso dell’operazione Vlahovic”
Tuttosport
Corvino: “La morte di Astori mi cambiò. Orgoglioso dell’operazione Vlahovic”
Le parole di Crovino sulla Fiorentina e Vlahovic
Da dirigente mi è capitato di affrontare diversi momenti complessi. Due in particolare mi hanno cambiato la vita: parlo delle morti di Davide Astori e Graziano Fiorita. Quando accadono queste tragedie è davvero difficile riuscire a voltare pagina. Ti rendi conto del valore delle cose. E il calcio non può che passare in secondo piano. Due ferite che resteranno per sempre aperte…
Come si torna a vincere?
Ogni squadra, prima o poi, si ritrova inevitabilmente alla fine di un ciclo. È successo a me alla Fiorentina, dopo quattro qualificazioni in Europa, e sta succedendo in questi anni alla Juventus. Questo comporta delle turbolenze fisiologiche che richiedono un certo tipo di gestione
L'arrivo di Vlahovic alla Fiorentina?
Un’operazione di cui vado ancora oggi orgoglioso. Quello che posso dire è che le critiche servono sempre, perché ti stimolano a migliorarti. Ma se analizzo il suo caso, mi sembra davvero esagerata la mole di rimproveri che gli sono stati rivolti. La Juve sta cercando di ricreare i presupposti per tornare a vincere, e credo che Vlahovic abbia contribuito in questo senso. Basta vedere il numero di reti che ha fatto: dal suo arrivo ha segnato sempre un gol ogni 2/3 partite. Come si fa a chiedergli di più?! È difficile trovare un attaccante più prolifico in una fase di ricostruzione simile. Ma poi parliamo di un ragazzo giovane…
Troppe critiche verso il serbo?
Certo! Ma sarebbe stato così per chiunque. Lui ha sempre dimostrato una svoglia smodata di imparare e migliorarsi. Quando lavoravo alla Fiorentina il mio ufficio dava sul campo di allenamento e mi capitava di vederlo a fine seduta allenarsi da solo contro il m uro. Una roba che non ho mai visto fare a nessuno. Dovevo cacciarlo dal campo altrimenti sarebbe rimasto lì fino a notte. Gli urlavo dalla finestra di smetterla e di andare a cambiarsi. Le critiche oggi hanno davvero superato ogni limite. E questo mi dispiace
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