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CorSport su Gudmundsson: “Con Palladino più mediano che attaccante. Ora è rinato”
L’amichevole contro la Primavera ha messo in evidenza un nuovo Albert Gudmundsson, finalmente impiegato nel ruolo di trequartista puro. Il giocatore islandese ha mostrato le sue qualità con una traversa sfiorata e un assist per il gol di Dzeko, interpretando il ruolo da "numero 10" moderno: capace di cercare la rete ma anche di servire i compagni. La prestazione ha segnato l’inizio di una nuova fase della sua avventura in viola, in cui pare destinato a incidere molto più vicino alla porta rispetto al passato.
Nel nuovo modulo 3-4-1-2 scelto da Pioli, Gudmundsson ha trovato la collocazione ideale, al fianco di Kean e Dzeko. A differenza della scorsa stagione, dove era spesso arretrato per esigenze tattiche, ora gioca stabilmente nella zona offensiva, pronto a rifinire o concludere. Anche se in alcune occasioni ha seguito l’istinto tornando a centrocampo, la sua funzione resta chiaramente quella di supportare i due attaccanti, valorizzandoli con la sua tecnica e visione di gioco.
Grazie alla sua versatilità e alle doti complementari di Dzeko e Fazzini, il sistema può facilmente adattarsi in un 3-4-2-1 più elastico, aumentando densità nella trequarti senza perdere incisività. Il nuovo Gudmundsson è meno centrocampista e più attaccante, più concentrato a finalizzare e meno sacrificato in compiti secondari. Una trasformazione che potrebbe giovare tanto a lui quanto alla Fiorentina, regalando più imprevedibilità e concretezza in zona gol.
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