Dubbi sul futuro di Rolando Mandragora
Rolando Mandragora si è confermato uno dei protagonisti assoluti della Fiorentina nel finale di stagione. Contro il Bologna ha offerto l’ennesima prestazione di sostanza e qualità, servendo due palloni decisivi a Kean e dimostrando, ancora una volta, una condizione fisica invidiabile. Le sue corse instancabili – 11,5 km contro i rossoblù, 15 nella semifinale con il Betis – raccontano di un giocatore generoso, sempre al servizio della squadra, votato al sacrificio e alla continuità. Per grinta, dedizione e rendimento, Mandragora è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio viola.
La sua centralità nel progetto di Palladino è evidente anche nei numeri: 42 presenze stagionali, con appena sei gare saltate non per scelta tecnica ma per infortuni o turnazioni forzate. L’ultima sostituzione risale a quasi un mese fa, segno di una fiducia ormai totale da parte dell’allenatore. Il rendimento lo ha portato a candidarsi concretamente per una convocazione in Nazionale, un sogno dichiarato e potenzialmente alla portata nelle imminenti amichevoli dell’Italia. L’eventuale qualificazione in Conference League passerà anche dai suoi piedi e dalla sua leadership silenziosa.