L'analisi del Corriere dello Sport dopo Roma-Fiorentina
Mile Svilar è il protagonista assoluto della vittoria della Roma contro una brillante Fiorentina, firmando una prestazione da fenomeno con almeno quattro parate decisive, tra cui due su Kean e una su Mandragora. Il portiere belga, vera garanzia di solidità, ha blindato per la 15ª volta la porta in stagione, più di chiunque altro nei principali campionati europei, e ha permesso alla Roma di resistere all’assalto viola. Il gol di Dovbyk, arrivato allo scadere del primo tempo, è stato determinante, ma è Svilar a prendersi la scena, mentre la società è chiamata a blindarlo con un nuovo contratto prima che sia troppo tardi. All’Olimpico, tra emozioni forti per Edoardo Bove e i fischi per l’ex Zaniolo, è andata in scena una domenica intensa e carica di significato.
Nonostante la sconfitta, la Fiorentina ha giocato un secondo tempo quasi a senso unico: 69,9% di possesso palla, sette tiri in porta e un dominio tecnico che ha fatto sembrare la Roma più stanca e meno lucida. Tuttavia, la squadra di Ranieri ha mostrato grande tenuta mentale, confermando che la testa spesso conta più delle gambe. Palladino ha cambiato mezza formazione rispetto alla gara di Conference e ha saputo variare assetti fino a un 4-2-3-1 ultra offensivo, sfiorando il pareggio. Ma la differenza l’hanno fatta i dettagli: Svilar da una parte e l’efficacia di Dovbyk, servito da Shomurodov, dall’altra.