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Cecchi difende Palladino: “A San Siro a viso aperto? Italiano ne prese 4… “

Palladino
Stefano Cecchi prende le distanze dalle critiche rivolte a Raffaele Palladino dopo Inter-Fiorentina
Redazione VN

Stefano Cecchi, sulle pagine della Nazione, ha preso le difese di Raffaele Palladino dopo la formazione tanto discussa in Inter-Fiorentina. Ecco il commento:

Una sollevazione legittima? Chi scrive pensa proprio di no. Per più motivi. Il primo: nel calcio esiste un vecchio protocollo novecentesco che recita: «squadra che vince non si cambia». Davvero Palladino ha dunque peccato di visione riaffidandosi alla stessa squadra che appena 4 giorni fa aveva polverizzato i campioni d'Italia? Davvero è stato un errore mortale provare a ripetere quella partita dove le differenze con una squadra di categoria superiore erano state annullate? Il secondo: proprio partendo dalla considerazione che l'Inter è squadra di altra levatura, l'idea di giocarsela alla pari sarebbe stata un'opportunità o un azzardo? Appena un anno fa la Fiorentina sali a San Siro con questa idea. Fini 4 a 0 per l'Inter e tantissimi criticarono Italiano per la presunzione. Sono gli stessi che oggi contestano Palladino per aver fatto l'esatto contrario? Il terzo: nel calcio non esiste una via salvifica alla vittoria. Si può vincere con una visione aggressiva della partita di possesso e di attacco e si può vincere con un calcio di trincea. Nessuno si lamentò qualche anno fa con Bearzot per quel mondiale vinto con un football da linea del Piave. Palladino, nonostante la giovane età, appartiene anche lui a questa famiglia antica di allenatori. Come Allegri e Trapattoni, come Capello e Ranieri, non ha la sindrome dell'ossesso palla e l'idea della bellezza non lo attrae, sedotto piuttosto dalla ricerca della praticità e del cinismo. Il suo, insomma, non sarà mai un calcio arioso da davanzale, piuttosto un football ostico e pesante ma pratico e utile come un ferro da stiro. Può piacere o non piacere (e chi scrive non è certo un entusiasta di ciò), ma quando è così il parametro per giudicare non può essere l'indice di gradimento ma i risultati del campo. E questi ci dicono che oggi la Fiorentina sta più in alto di dove pensassimo potesse stare.