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Caso Astori, c’è ancora un filone: ieri memorie sullo “strain”, sentenza a giugno

Caso Astori, c’è ancora un filone: ieri memorie sullo “strain”, sentenza a giugno - immagine 1
La vicenda che ha visto la condanna del Prof Galanti deve ancora vedere la sua definitiva conclusione: si deve difendere anche il suo successore
Redazione VN

Il certificato “strain“, un esame che serve per accertare la contrattilità e la distensività del muscolo cardiaco del povero e indimenticato Davide Astori, è oggetto dell'udienza che si è tenuta ieri: La Nazione ricostruisce la memoria difensiva portata dall'avvocato del Prof Giorgio Galanti, già condannato a un anno per omicidio colposo: "Nessun atto è stato falsificato. Tutto nasce da un equivoco originato da una stampa di un documento con carta intestata attuale".

Si tratta di un filone parallelo: lo "strain" , un esame non previsto dal protocollo medico sportivo ma effettuato per motivi scientifici, era rimasto aperto nel computer. Venne chiuso su richiesta di Galanti "in data anteriore o prossima al 10 aprile 2019", come contesta la procura, e quindi stampato. Il lavoro fatto in due tempi produsse un risultato marchiano, perché il certificato dello strain di Astori, su test effettuati il 10 luglio 2017 secondo quanto riportato nel documento stampato, portava però data e carta intestata di aprile 2019. Un anno più tardi del decesso del capitano della Fiorentina.


Il nuovo direttore Modesti, estraneo al filone principale, in questo si deve difendere per il trambusto interno creato in medicina sportiva: avrebbe inteso distruggere questo documento ma esso arrivò ugualmente in procura, dando vita a questo secondo procedimento. Il pm Nastasi ha chiesto per lui un anno e quattro mesi, mentre per Loira Toncelli, ex collaboratrice di Galanti, addirittura tre anni.