Stefano Cappellini, sulle pagine di Repubblica Firenze, si è soffermato su Palladino e su Bologna-Fiorentina:
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Cappellini su Palladino: “Non solo schemi, bravo anche nelle manovre politiche”
Comincia a farsi sempre più difficile tenere i piedi per terra. Dice: ma che ti esalti per sette gol a una squadra di pellegrini austriaci? Anche. Perché sono sette a loro, sei al Lecce, cinque alla Roma. Più cinque 1- 0 sofferti come la dizione di un pezzo di Madame e che fanno godere quasi più delle goleade. Mister Palladino è talmente in forma che di questi tempi non gli riescono solo gli schemi ma persino le manovre politiche. Quasi andreottiana quella con cui ha di fatto congedato l’ex capitano Biraghi spaccando il fronte del procuratore che ha in cura anche Parisi ( a proposito, per quanto un procuratore abbia diritto di difendere i suoi assistiti, quanto è sgradevole sentirne uno che dice pubblicamente: “ parlerò dopo e vedremo se Palladino ha le palle”?). Ora bisogna solo allontanare un sospetto, e cioè che la sceneggiatura di questo emozionante primo tempo di tempo di stagione sia stata scritta dal caso con l’idea di un colpo di scena proprio nell’incrocio con il caro vecchio Vincenzino Italiano. Sarebbe un copione troppo scontato, l’ex che interrompe la cavalcata che non è mai riuscito davvero a fare, e non solo per colpe sue. Preferiamo credere a un film di quelli che non seguono le regole classiche della drammaturgia, con l’ex che torna in scena senza un vero ruolo e Palladino che non risponde alle domande provocatorie dei procuratori anche perché convinto che la risposta sia già chiara a tutti
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