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114 presenze, 1 rete: il piano di Pioli per trasformare Dodo in Do-gol

Redazione VN
Dodò, Pioli vuole più cinismo. Il piano per trasformare il terzino brasiliano

Stefano Pioli è stato chiaro fin dal primo giorno: vuole un Dodò più offensivo, capace non solo di regalare assist, ma anche di diventare una minaccia reale sotto porta. La sua missione è cominciata con le prime sedute di allenamento e ha già trovato una prima conferma simbolica: il brasiliano è stato il primo marcatore stagionale della Fiorentina, seppur nell’amichevole interna contro la Primavera. Un gol che, al di là della valenza formale, segna l’inizio di un percorso preciso.

Lo scorso anno i pericoli in zona gol per la Fiorentina arrivavano quasi esclusivamente da sinistra, con Gosens autore di otto reti stagionali. A destra, invece, Dodò ha brillato più per continuità e spirito che per cinismo: nessun gol segnato, un limite che Pioli ha intenzione di superare. “Mi dice che ha fatto sette, otto assist - ha raccontato l’allenatore - ma io gli rispondo che deve segnare di più”.

Per farlo, lo staff tecnico ha già inserito esercitazioni mirate per migliorare l’attacco alla porta: chiusure verso il centro, inserimenti con e senza palla, conclusioni decise dalla destra. E Dodò risponde con il sorriso di sempre, l’affetto del pubblico e una dedizione che non è mai mancata. Anche le tensioni con la società legate al rinnovo, esplose tra inverno e primavera, restano in sospeso, ma non rappresentano un capitolo chiuso: oggi regna la calma, ma la possibilità di un nuovo accordo rimane sullo sfondo.

Pioli crede in lui. “Mi piaceva anche da avversario - ha spiegato - riusciva a reggere il passo di Leao e lo metteva in difficoltà”. Parole che danno il senso della fiducia riposta nel brasiliano, oggi elemento chiave della rosa e, di fatto, senza un vero sostituto.

Dal suo arrivo a Firenze, Dodò ha disputato 114 partite segnando una sola rete, nel 5-0 contro la Sampdoria. Quella contro la Primavera non verrà mai inserita nelle statistiche ufficiali, ma per Pioli e per la squadra conta eccome. Perché questa volta, da Dodô, ci si aspetta molto di più. Anche davanti alla porta. Lo scrive Repubblica.