Inizio
—Le prime partite hanno detto che siamo partiti bene a Genova con una gran partita e con il passaggio del turno in Conference mai facile. Ci vuole grande calma e vogliamo cercare di arrivare in finale, poi ci sta perdere a San Siro perché l'Inter è una grande avversaria attrezzata per grandi obiettivi. Se mai è il 2-2 col Lecce a far più riflettere: dopo un primo tempo così si può capire un po' di malumore ma in A ogni partita presenta insidie.
Spalle larghe
—Quando si fa questo mestiere si è esposti e un giorno si è i più forti, un altro meno. Ognuno deve fare un'introspezione dentro se stesso per capire cosa fare meglio ma il giudizio fa parte del gioco e lo sappiamo. Di solito dopo la partita si riguarda la partita e si cerca di aggiustare quello che non è andata, l'umore può variare in base alla partita. Poi bisogna archiviare e pensare alla partita dopo. L'adrenalina poi c'è sempre: giocare negli stadi pieni con gente che vuole divertirsi è una grande emozione e spinge a dare tutto.
Europa
—Io penso che arrivare in finale di Conference sia stato un grande orgoglio. Abbiamo fatto una grande prestazione ma un episodio ci ha girato a sfavore, ma essere là penso che sia stata una grande gioia per la piazza. Siamo una squadra più matura rispetto agli anni scorsi, le sconfitte in finale ci hanno aiutato a crescere. Siamo una Fiorentina forte, ci vuole un po' di tempo per far entrare tutti negli schemi ma dobbiamo essere abituati a competere sempre su tre fronti.
Attacco
—Ognuno arriva da realtà diverse, ma Nzola e Beltran sono molto forti. Sono due punte di qualità e ognuno ha bisogno di adattamento: se penso a tanti che sono andati in altre squadre è successo anche ai grandi campioni. Servono serenità e calma.
Nazionale
—Lo dico sempre, chi è che non vorrebbe andare in azzurro? Lavoro anche per quello. È un grande motivo di orgoglio per me. È un sogno e spero di raggiungerlo.
Obiettivi
—Siamo in grado di competere con le prime. Il gradino più in alto è lì e per trovarlo bisogna battere anche le avversarie più blasonate. Non c'è altra strada. Atalanta? Una settimana sembra tanto ma non la è. È una squadra ostica e forte, corre tanto ma in questi anni la Fiorentina ha sempre giocato forte contro di loro e ci ha anche vinto. Abbiamo grande rispetto ma anche loro sanno che affrontarci non è facile.
Che regia
—Arthur è un centrocampista di enorme qualità tecnica, ha giocato in grandi piazze e si vede quando un giocatore viene da certi livelli. Ha caratteristiche importanti, tocca al mister sapere cosa fare.
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