Con una stagione ancora non del tutto sistemata in chiave salvezza, al momento sembra poco chiaro chi sarà la guida tecnica della Fiorentina per la prossima stagione. A giorni alterni si è parlato di Sarri, Gattuso, De Zerbi, Juric, tutti profili contattati dalla società viola che – ad oggi – hanno risposto picche o con i quali ogni discorso è stato rimandato a fine stagione. Nomi più o meno intriganti, ma che rappresenterebbero sicuramente un cambio di passo rispetto a chi si è alternato nelle ultime due stagioni sulla panchina gigliata. Resta un grosso dubbio, un punto interrogativo che solo la Fiorentina saprà sciogliere nel più breve tempo possibile. I quattro tecnici in questione (ma è un discorso estendibile anche ad altri papabili candidati) hanno caratteristiche e stili completamente diversi da loro. E allora si apre un altro quesito.
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Si sceglie l’uomo o l’idea? Fiorentina, sul nuovo allenatore serve chiarezza
Sarri, Gattuso, De Zerbi, Juric, tutti nomi validi e accattivanti. Ma quale idea di gioco c'è dietro la scelta del nuovo tecnico?
Si sceglie l’uomo o l’idea? È questa la domanda che non sembra attraversare le stanze del potere viola, che a turno saltano sul ramo più ricco di bacche in cerca del fatidico "sì"; che ancora non è arrivato. E allora c’è da spostare lo sguardo sul tipo di gioco che vuole vedere Rocco Commisso per la sua Fiorentina dopo due anni pieni di sofferenza e in rosso di soddisfazioni, nei quali tra esoneri, conferme, dimissioni e ritorni non è mai stata trovata la quadra.
Ciò che si è visto a Napoli con Sarri difficilmente è replicabile altrove, ma l’idea di calcio "organica" del tecnico toscano è chiara. Triangolazioni costanti a partire dalla difesa, un metronomo in mezzo e i tagli in area degli esterni, una goduria. Così come lo è il credo di De Zerbi, un esteta il cui stile è ancor più estremo dell’ex allenatore di Empoli e Juve, che ama rischiare la giocata in ogni zona del campo e dare libero sfogo di esprimersi ai propri attaccanti. Gattuso punta invece molto, o tutto, sulle giocate dei singoli, nell’uno contro uno sia in fase offensiva che difensiva, un calcio che si vede molto di più fuori dei nostri confini che in Italia. Juric significa compattezza e ripartenze, aggressività e corsa, verticalità e poco possesso palla.
Quattro modi differenti di vedere il gioco, un solo interrogativo. Cosa sceglierà la Fiorentina per la sua panchina? Servono idee chiare, perché il futuro incombe e i tifosi non vogliono rivivere un’altra stagione al di sotto delle aspettative. Stavolta non si può sbagliare di nuovo, e a prescindere da chi arriverà bisognerà assecondare le richieste del nuovo allenatore. Che siano ritocchini, rinforzi o rivoluzione, dovrà essere lui a dettare la linea di una società che non ha ancora trovato la Trebisonda.
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