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SCHEDA VN – La storia e il talento di Kranevitter: da caddie a leader del River Plate, tra Argentina e Spagna

Redazione VN

La svolta arriva quando ha 14 anni. Il River lo nota e lo porta a Buenos Aires prima che altre squadre mettano gli occhi su di lui. Se sei giovane, e soprattutto hai enorme talento, il River Plate è una delle migliori squadre in cui puoi esaltarti. Infatti molto presto gli vengono consegnate le chiavi del centrocampo della prima squadra. Kranevitter, a 20 anni, è già titolare inamovibile di una delle squadre con più storia al mondo. Per aver scalato le gerarchie così in fretta deve ringraziare soprattutto Ramon Diaz, ex tecnico del River Plate e vecchia conoscenza del calcio italiano e della Fiorentina.

Con Leo Ponzio forma una coppia di centrocampisti centrali quasi invalicabile. Questo permette al 4-4-2 costruito da Diaz di schierare esterni che spingono tantissimo senza dover perdere equilibrio. In più davanti ha due giocatori niente male come Lanzini (classe 1993 come Kranevitter, attualmente leader tecnico del West Ham) e Cavenaghi (bomber senza età). Siamo nel 2014, e il River torna a riprendersi quello che la retrocessione in Serie B di tre anni prima gli aveva tolto. Kranevitter diventa così punto focale della squadra che vincerà sotto la guida di Ramon vincerà il campionato argentino.

Salutato Diaz, sulla panchina si siede Marcelo Gallardo, El Muñeco, e la musica non cambia. Con la sua gestione il River trascorre probabilmente il periodo più lucente e vittorioso della sua storia. Nel dicembre 2014 arriva la vittoria della Copa Sudamericana (la nostra Europa League per intenderci), nel febbraio 2015 la Recopa Sudamericana (la nostra Supercoppa Europea), nell'agosto 2015 la Copa Libertadores (la nostra Champions League). In tutto questo, Kranevitter è il regista della squadra, la sua mente. Prima di lasciare il River Plate non gli rimane che il Mondiale per Club, ma nel dicembre 2015 in finale si ritrova di fronte il Barcellona, quello della MSN. Il finale di quella partita è 3 a 0 per gli spagnoli con risultato particolarmente bugiardo: se fosse finita 6 a 0 nessuno avrebbe potuto dire nulla.

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