La cabala nel calcio conta fino ad un certo punto, ma a volte ci azzecca. Potrebbe essere il caso di Franck Ribery e dell'Olimpico, oppure di Ribery e la Roma. Se andiamo a scorrere i precedenti, in attesa della gara tra i ragazzi di Fonseca e la Fiorentina in programma domani alle 19:30, ci accorgiamo che vanno bene entrambi i binomi. Nel corso della sua carriera, infatti, l'asso francese è già andato a segno due volte contro i giallorossi, sempre con la maglia del Bayern sulle spalle. Memorabile l'1-7 ai gironi di Champions rifilato nell'ottobre 2014 dai tedeschi alla squadra guidata da Garcia, una delle tre grandi disfatte della Roma negli ultimi 13 anni (gli altri due 7-1 portano la firma del Manchester United, 2007, e della Fiorentina, 2019). Di Ribery - entrato dalla panchina - la sesta rete dei bavaresi, un delizioso pallonetto a scavalcare De Sanctis che per la Roma significò passare il limite che divide la sconfitta pesante dall'umiliazione.
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Ribery e l’umiliazione mai digerita dalla Roma. L’odore dell’Olimpico lo esalta
Vede giallorosso (ma anche biancoceleste) e si scatena: Ribery ha già fatto male ai giallorossi. E lo stadio di Roma è un portafortuna
Il numero 7 viola si ripeterà anche nel 2-0 del ritorno, questa volta partendo da titolare. Una Roma decisamente più equilibrata rispetto all'andata viene punita alla prima disattenzione: al 38’ Ribery lancia nello spazio Alaba per poi andare a riprendersi la palla in mezzo all'area e mandarla a baciare il palo alla sinistra di Skorupski. E' la rete del vantaggio del Bayern che segnerà la partita, con i capitolini retrocessi in Europa League a soli tre punti dal City (secondo nel gironcino). Non vi basta? Allarghiamo il campo alla Lazio e torniamo indietro di un mese: disastri arbitrali a parte, il gol-capolavoro del provvisorio 1-1, il secondo segnato da Ribery ai biancocelesti dopo il 3-0 del 2005/2006 in semifinale di Intertoto, è ancora vivo nella mente di ogni tifoso viola. Sarà l'aria dell'Olimpico...
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