- Squadra
- Nazionali
- Calciomercato
- Statistiche
- Coppa Italia
- Social
- Comparazione Quote
- Redazione
news viola
FLORENCE, ITALY - MAY 18: Marin Pongracic of ACF Fiorentina looks on during the Serie A match between Fiorentina and Bologna at Stadio Artemio Franchi on May 18, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Marin Pongracic si è raccontato al Pentasport di Radio Bruno. Questa è la prima parte della sua intervista:
"L'allenamento di oggi è stato duro, ma ci serve. Mettiamo benzina nelle gambe, e questo ci serve per tutto l'anno. Cambierà qualcosa rispetto allo scorso anno, vogliamo credere nel nostro stile di gioco. Per un difensore come me servon0 le domande, ma ci vorrà tempo. Se sbaglio, da difensore, può essere pericoloso. Il mio anno a Firenze ha avuto un inizio difficile, non abbiamo avuto i risultati che ci aspettavamo. Poi ci sono stati i due infortuni, flessore e gluteo. Ho perso quasi 6 mesi, visto che quando sono tornato vincevamo sempre, ed i miei compagni facevano bene"
E dopo: "Ho dovuto avere pazienza, e poi il finale per me è stato buono. Ho giocato tanto, volevo questo, fare la differenza, fin dall'inizio. C'è sempre spazio per crescere e quest'anno voglio essere al 100%. Per me alla fine dell'anno scorso sono calato un po', e per questo mi preparo al massimo adesso"
La qualità tecnica: "Anni fa facevo altri ruoli, ma da tempo ormai gioco in difesa. Anche da piccolo giocavo davanti, e mi è rimasto. Se posso prendere un vantaggio tento il drbbling o rischio il passaggio. Rispetto a prima c'è meno questa componente, ma sicuramente è una mia caratteristica. Il ruolo? Dipende sempre come gioca l'avversario, dove sono i buchi, sono istintivo. Se vedo che posso andare vado, ma sempre senza troppi rischi. Per me per il braccetto ci sono più possibilità in conduzione"
La mancanza di reti: "Questo mi manca (segnare), voglio diventare un top nel ruolo, ed i grandi difensori un paio di gol all'anno li fanno. Questo fa la differenza alla fine, il colpo di testa offensivo non è la mia forza, è una combinazione di tutto. Ancora mi manca il timing, oppure quando vado sul primo palo, la palla scivola sul secondo. Forse mi serve più rabbia, così arriva la fortuna. Ma sicuramente a livello tecnico devo lavorare"
L'assenza di eleganza in campo: "A volte anche nelle partite, ma dipende come va. Mi incazzo con me stesso quando sbaglio qualcosa, ho ambizioni alte e voglio essere la miglior versione di me stesso. Provo a dare tutto e se qualcosa non va ho questo temperamento, ma lo devi controllare. Nell'allenamento è lo stesso, tutti i ragazzi vogliono vincere e questo ti fa essere più competitivo, è una cosa importante".
L'esperienza tedesca e italiana: "La città dove sono nato e cresciuto in Germania è la mia casa, mi sento meglio perché ci sono amici e famiglia. In Germania, il calcio tedesco, è stato un periodo difficile per me perché ancora non ero il professionista di oggi, non ero maturo. Loro mi hanno trattato in maniera diversa rispetto all'Italia, ma anche il mio comportamento non è stato top. In Germania devi essere sempre puntuale, devi lavorare, sono cose molto importanti per loro e in quel periodo non ce l'avevo. Ora sono cambiato, ma in Italia, come in Croazia, mi sento bene. La cultura e mentalità italiana è più vicina rispetto a quella croata e bosniaca. Mi sento bene anche qua".
L'ambiente: "Anche l'anno scorso secondo me abbiamo avuto quell'atmosfera nella squadra, tutti vogliono lavorare, c'è tanta qualità e giochiamo con entusiasmo. Abbiamo un buon gruppo e diamo tutto. Non è facile in Italia fare grandi cose perché ci sono altre squadre brave, non c'è solo la Fiorentina. Noi siamo concentrati su noi stessi e diamo il massimo, poi vediamo come andrà".
© RIPRODUZIONE RISERVATA