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Poesio: “Kean? Ecco cosa direi in conferenza stampa. Vi dico chi riscatterei”

Poesio
Le parole di Ernesto Poesio a Radio Bruno
Redazione VN

Ospite ai microfoni di Pentasport su Radio Bruno, Ernesto Poesio ha analizzato la stagione appena conclusa della Fiorentina, proiettando già lo sguardo sul futuro. Tanti i temi toccati, tra cui il lavoro di Palladino, le mosse di mercato e le valutazioni sui singoli.

“Una serata che ha rimesso in sella Palladino,” esordisce Poesio. “Ha centrato l’Europa e migliorato di due posizioni il piazzamento rispetto all’anno scorso. Il bilancio è positivo. Non serve una rivoluzione, ma qualche innesto mirato.”


Conference utile per trattenere giocatori

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Poesio sottolinea il valore della Conference League non tanto per il prestigio della competizione in sé, quanto per le opportunità che offre a livello gestionale:

“La Conference ti garantisce la possibilità di trattenere certi giocatori, anche se ti costerà qualche punto in campionato.”

Kayode, addio doloroso ma utile al mercato

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“La cessione di Kayode è un grande dispiacere. Però garantisce un bel gruzzoletto da reinvestire. Il mercato ora è da sfruttare con intelligenza.”

Gudmundsson, Kean e le strategie in attacco

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“Tra Palladino e Gudmundsson non mi sembra sia nato un grande feeling. Bisognerà capire il suo futuro.”Su Moise Kean, invece, Poesio è netto:“Se davvero è motivato a restare, non vedo perché non si possa ufficializzare già domani in conferenza. Sarebbe un segnale forte.”

Servono colpi pesanti

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“Per fare il salto servono innesti veri. Colpi alla Gosens e De Gea, gente che ti fa salire di livello.”

I singoli: Mandragora, Comuzzo, Colpani, Cataldi

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Poesio ha poi dedicato spazio ad alcune individualità che hanno segnato la stagione:

Mandragora: “Esempio di impegno, si è evoluto passando da un ciclo all’altro.”

Comuzzo: “Giovanissimo ma maturo. Ha rinnovato, ha saputo restare equilibrato a gennaio, e ieri ha segnato un gol ‘alla Mancini’. Merita applausi.”

Colpani: “Si è adattato bene all’inizio, ha dato una mano anche a Dodò, ma alla fine non ha fatto ciò per cui era stato preso. Temo sia una questione mentale, del peso della maglia. In quel caso, per me è no.”

Cataldi: “Ha mostrato fragilità ma anche qualità da leader. E poi il riscatto è vantaggioso.”