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Marchini e le pagelle dei viola: “Gud delude, Kean fa paura, Ranieri bassista”

Marchini
Il commento di Giampaolo Marchini sulla prestazione dei viola contro il Celje
Redazione VN

Giampaolo Marchini, ospite al Pentasport di Radio Bruno, commenta così la prestazione dei singoli nella partita casalinga contro il Celje:

"Pongračić lo abbiamo ormai imparato a conoscere. In certe situazioni si è visto eccome: unisce buone letture difensive a una qualità tecnica non banale nella costruzione dal basso. È un difensore che non si limita a spazzare, ma che sa anche ragionare col pallone tra i piedi.


Ranieri, invece, ha trovato il gol, annullato per fuorigioco, ma al di là dell'episodio resta il più lineare della retroguardia viola. È il "bassista" della difesa, quello che magari non fa l’acuto, ma tiene sempre il tempo. Costante, silenzioso, prezioso.

Folorunsho è un’altra storia. Non vede quasi mai la linea laterale: nel senso che gioca ovunque, tranne che confinato su un binario. È un jolly, un “diversamente titolare” che può agire da quinto a destra, a sinistra o persino da mezzala. È il tipo di giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere, perché sa sempre come essere utile.

Mandragora, ieri, ha fatto una partita da sette pieno. Un gol, un assist, e quella sensazione netta che stia vivendo il miglior momento della sua carriera. Era partito come predestinato, poi si era un po’ perso. Ora, però, sembra essersi ripreso tutto. È maturo, completo, anche un po’ malizioso: in mezzo al campo si fa sentire, pure in fase difensiva. Oggi, è uno dei migliori della Fiorentina.

Fagioli ha faticato di più. Il voto è un 5,5. Palladino fa bene a dargli spazio: dopo quello che ha passato, tenerlo agganciato al calcio giocato è fondamentale. Senza questa nuova tempesta alle spalle, sarebbe potuto essere anche il momento di Adli. Ma adesso, in questa volata finale, servono proprio le sue giocate. E un po’ di pazienza.

Parisi, invece, continua ad avere lo stesso difetto: le sue disattenzioni arrivano quasi sempre nello stesso modo. Il che fa pensare che il problema sia strutturale. Sembra che se viene coinvolto subito nei primi minuti, riesca a entrare bene in partita. Ma se parte male, allora rincorre il match per tutto il tempo. E spesso non lo prende più.

Gudmundsson ha deluso. La sensazione è che la squadra lo cerchi troppo poco, e lui finisca per sparire. Nel secondo tempo, è stato evanescente. Si è insistito molto sulle corsie, pochissimo per vie centrali. E per un giocatore come lui, è un peccato.

Infine, Kean. Ieri ha fatto tutto: pentole, coperchi e pure un paio di fuochi d’artificio. Ha lavorato tantissimo, e molti degli errori dei difensori del Celje sono nati dal terrore di averlo alle spalle. In Champions abbiamo visto tanti gol spettacolari, ma quello di Kean non sfigura affatto. Anzi: con questa fame e questa presenza, è un attaccante che può fare la differenza ovunque".