Le pressioni allo United
—Io ero molto giovane, cercavo di vivere il mio sogno e sono riuscito a fare ben più di quello che mi ero prefissato. Quello United era molto diverso rispetto ad ora, emergere non è stato per nulla facile. Sono soddisfatto del percorso che ho fatto, anche al netto degli infortuni dopo i quali mi sono sempre rialzato. Certo, quando inizi in un certo modo speri di continuare su quei livelli, ma non è facile nel calcio.
De Gea
—Ovviamente non mi ha stupito il suo impatto, non devo venirvi a raccontare io la sua carriera. Magari capisco che dopo un anno di inattività ci potessero essere perplessità, ma io che lo conosco non avevo dubbi. Ci sentiamo spesso, lui è molto contento e io lo sono per lui che si può esprimere al meglio con la Fiorentina. A lui l'Italia è sempre piaciuta, è stato fermo proprio per sua scelta, non perché non lo cercassero. Era anche deluso dal modo in cui è finita con lo United. Ma vi assicuro che era davvero entusiasta quando la Fiorentina si è fatta viva. E lo si vede in campo. E' uno che fa gruppo, un giocherellone, credo si sia ambientato alla grande. E quando stai bene con la gente in campo l'intesa nasce subito.
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