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Il dottor Stefano Tirelli, Mental Trainer di team internazionali, è intervenuto al Pentasport di Radio Bruno, parlando di alcuni temi chiave legati a come vive certe situazioni un calciatore. Queste le sue parole:
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Il dottor Stefano Tirelli, Mental Trainer di team internazionali, è intervenuto al Pentasport di Radio Bruno, parlando di alcuni temi chiave legati a come vive certe situazioni un calciatore. Queste le sue parole:
Conta molto la motivazione nella nostra vita e in questo caso anche nel calcio. Nel momento in cui ognuno di noi capisce che vuole rialzarsi, mette in luce quello che per ognuno di noi è necessario nella nostra vita. Questo porta ad iniziare nuove sfide, con la voglia di dimostrare a noi stessi il nostro reale valore, dopo i dubbi creati da altri e di conseguenza anche dentro di noi. De Gea è stato bravo in questo, perché ha scelto con cura un progetto che è correlato al suo obiettivo. Lui poteva benissimo scegliere una squadra al volo, ma così non ha fatto. Ha aspettato, si è allenato da solo, attendendo l'offerta giusta al momento giusto. È da qui che si capisce quando una persona è un vero atleta, con la a maiuscola. Come si concentra un professionista durante il mercato? È una situazione difficile da gestire per tutti, non solo per gli atleti. In questo caso va allenata la mente verso un obiettivo specifico, dando le giuste energie. Le domande che uno si pone sono legittime, però non deve cadere nell'eccesso di timore. In alcuni casi può salire l'ansia, quindi questi sono temi da non sottovalutare e affrontare nel migliore dei modi. I fischi della tifoseria verso un calciatore? L'Italia nell'aspetto emotivo è al top. Il giocatore che gioca in Italia deve essere abituato a questo, sia nei momenti migliore, con applausi e cori, sia e soprattutto in quelli peggiori. Ho sentito Jovetic al telefono l'altro giorno e parlando di Firenze mi ha detto: “Caspita, ci vado io ad aiutarli” (ride, ndr). Lui è rimasto molto affezionato alla Fiorentina.
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