L'esordio tra i grandi
—Harder ha debuttato in Conference League, un momento speciale per lui: “Ci ho messo tre o quattro minuti per rendermene conto. I miei compagni mi hanno aiutato molto, poi ho cercato subito di farmi dare la palla per rompere l’emozione ed entrare in partita. Mi capita spesso di allenarmi con la prima squadra e cerco sempre di farmi notare per guadagnarmi la fiducia del mister e dei compagni”.
Visione di gioco e crescita
—Uno degli aspetti su cui lavora di più è la velocità di pensiero: “La prima cosa che mi disse Galloppa anni fa fu che dovevo vedere prima la giocata, perché così fanno i centrocampisti forti. Non è una qualità che si allena, o ce l’hai o non ce l’hai, anche se in allenamento si può migliorare qualcosa”.
Infine, una curiosità sulle sue origini calcistiche: “Da piccolo facevo il portiere per seguire le orme di mio zio, ma poi ho capito che con i piedi me la cavavo bene e sono passato a centrocampo”.
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