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Fagioli, parla il suo terapeuta: “Contestazioni vecchie, Nicolò ora sta meglio”

Fagioli, parla il suo terapeuta: “Contestazioni vecchie, Nicolò ora sta meglio” - immagine 1
"È assolutamente incredibile che ragazzini che guadagnano e valgono milioni di euro non siano salvaguardati dalle società sportive"
Redazione VN

Paolo Jarre, uno dei massimi esperti sulle tematiche legate al gioco d'azzardo, già direttore del dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Torino 3 e psicologo che ha seguito Nicolò Fagioli nel suo percorso di riabilitazione, ha parlato a Radio Sportiva.

Su Fagioli

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"Nicolò sta meglio rispetto ai mesi passati, perché gioca in una squadra che lo valorizza e questo riesce a relativizzare i guai che ha passato negli anni scorsi. Le cose che riguardano lui e Tonali sono 'semplicemente' quelle emerse due anni fa, stiamo sempre parlando di quanto accaduto tra il 2021 e il 2023, questo nuovo apparire della vicenda è dettato dai tempi della giustizia italiana e del trasferimento dell'inchiesta da Torino a Milano".


Sul ritrovarsi nuovamente come mostro in prima pagina

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"L'effetto non è sicuramente buono, è come essere ri-processati per una cosa su cui si è scontata una pena, come se non finisse mai. Entrambi i calciatori hanno fatto molti mesi di squalifica e successivo percorso di riabilitazione anche con esposizione in pubblico per raccontare la propria vicenda. Conto che Nicolò sia sufficientemente robusto e irrobustito dal lavoro fatto".

Sulla ludopatia e legami con il calcio

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"Ingenuamente da di fuori si può immaginare che il gioco d'azzardo attiri solo chi vuole arricchirsi o aumentare il proprio reddito. Molte persone iniziano per gioco e poi rimangono intrappolate dagli aspetti di attrattiva che ha il gioco d'azzardo stesso, cioè l'immediatezza del responso e la possibilità di scommettere su eventi fino all'ultimo momento. Questo coinvolge anche persone che non avrebbero persone di aumentare il proprio reddito come i calciatori, che rispetto ai loro coetanei sono più a rischio perché hanno tanto tempo libero, stanno spesso chiusi in casa per via della notorietà e molto spesso non hanno interessi oltre al pallone, unito alla noia e allo smartphone sempre connesso fanno il resto".

"È assolutamente incredibile che ragazzini che guadagnano e valgono milioni di euro non siano salvaguardati dalle società sportive. In altri paesi, come in Spagna o negli Stati Uniti, le società investono in figure che accompagnano il tempo dei ragazzini ventiquattro ore su ventiquattro. In Italia non è così, finito l'allenamento sono fatti tuoi. La vicenda attuale è solo la punta dell'iceberg, facendo finta che i calciatori abbiano lo stesso livello di rischio della popolazione generale, solo in Serie A avremmo oltre cinquanta scommettitori. Ma in realtà fra i calciatori la cosa è ancora più diffusa perché sono permeati dal mondo delle scommesse".