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Sugli allenatori avuti
—"Fonsenca l'ho avuto quando sono arrivato allo Shaktar. Mi ha aperto un mondo. Mi ha fatto giocare due partite in sei mesi. Mi consigliò di andare in prestito al Vitoria Guimaraes, in Portogallo, dove ho iniziato a giocare sempre, per poi tornare pronto. Infatti sono andato là e ho fatto benissimo. Poi De Zerbi mi ha fatto giocare a centrocampo, dicendomi che io dovevo essere come Walker del Manchester City e Alexander-Arnold del Liverpool, perché lì, in quel ruolo, secondo lui avevo una cosa in più. Poi Italiano è quello che mi è entrato di più nella testa, perché mi diceva sempre che dovevo andare a mille all'ora e di non mollare mai".
Sulla Fiorentina
—"Per me la Viola rappresenta tante cose, perché quando è scoppiata la guerra io sono stato sei mesi fermo in Brasile. Non volevo tornare in Ucraina, non solo per la mia sicurezza, ma anche per quella della mia famiglia. La Fiorentina ha parlato per giorni con il presidente dello Shaktar per comprarmi e quindi li ringrazio, perché non hanno mollato un secondo per avermi qua oggi".
Su Firenze
—"Per me è un onore aver indossato la fascia da capitano, non mi sembrava vero. Metterla davanti ad una piazza come quella di Firenze ti porta a dover dimostrare di più. I capelli viola? Quel giorno è stato bellissimo, perché ho anche segnato e vinto 5-0. Era il mio primo gol alla Fiorentina. Adesso sto aspettando da un po', vediamo (ride, ndr)".
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