La contestazione
—La contestazione dei tifosi è arrivata perché le aspettative a inizio stagione erano decisamente più alte. Il rammarico tra i sostenitori viola è comprensibile, ma ora serve evitare reazioni impulsive: non tutto è da gettare, anzi, è il momento giusto per iniziare a cambiare con lucidità. Da anni si parla di un progetto, ma ogni progetto serio richiede tempo per dare frutti concreti. Personalmente, non vedo un fallimento totale: si potrebbe chiudere la stagione con 65 punti, cinque in più rispetto ai 60 dell'anno scorso. Certo, gli obiettivi sperati non sono stati raggiunti, e per questo è giusto comprendere il malumore dei tifosi, che possono anche considerare deludente l’annata.
Pradè
—La contestazione nei confronti di Pradè non è legata tanto alle scelte di mercato anzi, ha portato in rosa giocatori di grande valore, quanto piuttosto alla sua distanza dal nuovo allenatore Palladino. In un momento delicato, sarebbe stato fondamentale costruire intorno al tecnico una leadership solida, soprattutto ora che è arrivata la conferma ufficiale da parte di Commisso. Il messaggio è chiaro: si è voluto mettere in guardia tutto l’ambiente che circonda Palladino. Il problema più profondo, però, è un assetto societario che appare disorganico. Il tifoso lo avverte chiaramente: manca armonia e coesione ai vertici. In un contesto così, la squadra deve restare concentrata e parlare poco. Durante la stagione, troppe voci e punti di vista differenti hanno creato confusione; una situazione che non aiuta a costruire un'identità forte e unita.
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