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Le dichiarazioni dell'ex bomber a Italia7

Baiano: “Cosa manca a Kean per fare come Bati. In Slovenia i viola non sbaglieranno”

Redazione VN
L'ex attaccante viola paragona Kean al suo grande compagno d'attacco Gabriel Batistuta anche se c'è ancora da lavorare...

Al Salotto Viola di Italia 7 è intervenuto Ciccio Baiano. Queste le principali dichiarazioni dell'ex attaccante viola, attuale allenatore del Poggibonsi (serie D). Queste le sue principali dichiarazioni.

Sul 3-5-2 e Gud sotto punta: "Prima non rendeva perché non stava bene fisicamente, ha avuto tanti infortuni. Quando rientri, ti fai male e poi ti rifai male un'altra volta non prendi mai la condizione. Adesso che è al  meglio, ha trovato la sua posizione perché se agisce centralmente è uno che sa fare assist e sa fare gol. Ma, ripeto, l'importante è che sia al cento per cento, così gli aumenta anche consapevolezza".

Su Kean: "Il parallelo con Batistuta? Può anche reggere, un po' di margine c'è. Però Kean è Kean e sotto l'aspetto della forza, della fame, di vedere la porta ci siamo. E' chiaro poi che Gabriel faceva venti gol a campionato e li ha fatti per dieci anni. Kean, invece, è di fatto al primo anno che si è messo a segnare così. La parola chiave diventa continuità, quindi meglio aspettare a fare questo tipo di paragoni ma non è blasfemia accostare i due attaccanti".

Sulla partita di Celje: "Non credo ci siano pericoli che i giocatori sottovalutino la partita. I viola hanno in testa solo un obiettivo: vogliono tornare in finale di Conference. Sinceramente credo anche che Palladino non farà troppo turnover. Si tratta di una partita fondamentale per la stagione viola in cui l'ideale sarebbe chiudere la pratica qualificazione. Ma non ho dubbi che la Fiorentina l'affronterà con la testa giusta e farà una grande partita. Tra l'altro in un momento del genere, in cui arrivano i risultati, non senti più di tanto neppure la fatica"


Su Palladino: "Chi dice che si sta facendo esperienza sulla pelle della Fiorentina è lontanissimo dalla verità. Credo che sia stato, anzi, bravo a capire i momenti. E' arrivato in ritiro avendo in testa la difesa a 3, ha visto che la squadra all'inizio faceva fatica ed è passato a 4. Ma nel momento delle difficoltà è tornato al 3-4-2-1. Perciò è stato bravo perché l'allenatore è lì anche per cambiare idea: una squadra per me non può giocare sempre con lo stesso sistema. Poi è normale che quando le cose vanno male la colpa è dell'allenatore. E' sempre stato così e sarà sempre così".