1983. A Firenze la Soprintendenza delle Belle Arti vincola lo stadio comunale: la torre di Maratona, le scale elicoidali, la copertura della tribuna e la particolare forma a D ne fanno un monumento nazionale. Non si può modificare ed ampliare.
news viola
Nuovo stadio: 38 anni di parole. E ora “salta” anche l’opzione restyling del Franchi
1983: inizia la corsa al nuovo stadio della Fiorentina. 38 anni di dibattiti senza sbocco. E senza sbocco lo è anche il percorso che avrebbe portato al restyling dell'Artemio Franchi
Inizia allora la corsa al nuovo stadio (sigh). Si farà nella piana di Sesto, assicurano i tecnici. Sarà un vero affare ed avrà 80mila posti. I giornali annusano la notizia, intervistano i politici e i dirigenti della Fiorentina. Forse ci credono davvero. I titoli sono roboanti.
E’ il 1983. In Italia il Presidente della Repubblica è un partigiano, Sandro Pertini. Al governo si alternano Amintore Fanfani e Bettino Craxi. Viene messo in commercio il primo telefono cellulare. Scompare Emanuela Orlandi e al cinema esce Scarface con Al Pacino. Nel calcio l’Aberdeen batte il Real Madrid in finale e vince la Coppa delle Coppe e il supergol di Magath stende la Juventus nella finale di Coppa dei Campioni vinta dall'Amburgo.
Nella Fiorentina è l’epoca dei Pontello. L’amministratore delegato è Italo Allodi, l’allenatore Giancarlo De Sisti. In estate sono arrivati importanti rinforzi: Gabriele Oriali e Pasquale Iachini. Daniele Massaro viene schierato terzino destro con il numero 5 e ha facoltà di scorrazzare sulla fascia.
Il 6 novembre, tre giorni prima dell’uscita del primo degli articoli riportati, la Fiorentina schianta il Catania con uno squillante 5-1 e si porta a soli due punti dalla capolista Roma.
E’ il 1983. A Firenze il viale XI Agosto è ancora in costruzione e serve per le corse clandestine in moto. La caserma dei carabinieri non esiste e la pista di Peretola è più corta di 250 metri.
E’ il 1983 e la canzone “Parole Parole” di Mina e Alberto Lupo è già un cult senza tempo.
38 anni di parole, 38 anni di discussioni senza sbocco. E senza sbocco lo è anche il percorso che avrebbe potuto portare al restyling dell'Artemio Franchi. Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha confermato alcuni vincoli intoccabili. "Il tema stadio è chiuso, ristrutturatelo con altri soldi", ha risposto Rocco Commisso. Dalla vicenda Mercafir niente è cambiato. E' stato perso solo tempo. La battaglia è finita con una sconfitta quasi annunciata. Il presidente avrebbe i suoi buoni motivi per abbandonare la nave. Ma non lo farà perché è un uomo forte, ambizioso e testardo (nel senso buono del termine). Virerà su Campi Bisenzio?
© RIPRODUZIONE RISERVATA