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Montella: “Non mi fido del Milan, test impegnativo e stimolante. Arriveremo a giocare col 9”

Montella presenta la sfida contro la sua ex squadra: il Milan

Stefano Niccoli

Dopo la prima vittoria in campionato contro la Sampdoria, la Fiorentina va a caccia del bis contro il Milan, distante solo un punto e reduce da due sconfitte consecutive, contro Inter e Torino. Il tecnico gigliato, nonché ex rossonero, Vincenzo Montella, ha parlato così in conferenza stampa:

"Prima volta da ex contro il Milan? Non ho spirito di rivalsa, anche perché è stata un'esperienza fantastica. Abbiamo vinto un trofeo e forse qualcuno se lo è scordato. Abbiamo riportato il Milan in Europa senza fare mercato. Torno da ex, i punti saranno importanti per la classifica, mi sento in credito, la squadra ha dimostrato più dei cinque punti che ga, è un test importante, difficile, impegnativo e stimolante.

Cosa penso di aver fatto bene al Milan? Suso era uno di quei calciatori che era in uscita così come Cutrone: con loro ho fatto un buon lavoro.

Gli episodi determinano i giudizi, bisogna conviverci. Credo che il Milan stia portando avanti un bel lavoro. Non mi fido del Milan perché ha giocatori di caratura internazionale. Il Milan resta una squadra importante.

Bonaventura non so come stia, ma è un giocatore da nazionale. Suso? E' un giocatore fortissimo, può risolvere le partite, anche su punizione, bisognerà stare attentissimi.

Nuovo stadio per Milan e Inter? Non lo so, San Siro suscita emozioni, è il sogno di chiunque cominci a giocare. Faccio fatica a pensare che riescano a costruire uno stadio più bello.

E' la terza partita consecutiva per noi e per il Milan che non ha cambiato molto. Siamo alla pari. Giocando tre volte a settimana, specie all'inizio della stagione, non mi preoccupo della condizione fisica, c'è tempo per recuperare. La differenza la fa l'aspetto mentale. Qui si vede la differenza di livello tra calciatori.

Chiesa è stato straordinario nelle ultime partite, ha giocato da campione a livello fisico e tecnico, lo può diventare nell'arco delle 38 partite. Ha le caratteristiche per diventare un calciatore top a livello europeo.

Di Castrovilli siamo contenti, ma deve migliorare, tira ancora troppo poco in porta. Nazionale? Mancini è attento nell'osservare i giocatori.

Dobbiamo migliorare a gestire alcuni momenti della partita, per raggiungere obiettivi ambiziosi bisogna saper gestire meglio le partite.

Ribery? Non sono sorpreso perché l'orgoglio del campione non tradisce, visto che ha scelto di venire a Firenze con entusiasmo.

Potevamo e dovevamo chiudere prima la partita contro la Sampdoria, poi c'è stato l'episodio dell'angolo, dovevamo fare meglio perché era una situazione leggibile. Con la Var è più difficile marcare a uomo perché il minimo contatto può essere punito, ma anche noi siamo pericolosi sui calci da fermo.

Chiesa attaccante? E' un attaccante, calcia con entrambi i piedi, attacca bene la porta, ma non è il centravanti che pensiamo noi.

Le voci su Giampaolo? In Italia un solo episodio determina spesso la carriera di un allenatore: non bisogna farsi minare dalle incertezze. L'importante è avere società forti: io ho trovato una società fantastica che mi ha supportato quando nelle prime partite non vincevamo, ma giocavamo bene.

Ribery e il minutaggio ridotto? Ha 36 anni purtroppo, in qualche modo bisogna gestire le risorse. La sua testa va ancora come se avesse dieci anni in meno, ma ha dieci anni in più.

Ufficio della Lega Serie A a New York? Era l'idea del presidente, ha molto da insegnarci. La sua storia dimostra come si fa. Lui non si ferma mai, è evidente.

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