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Montella, c’eravamo tanto… stimati

Firenze e Montella, un rapporto che ha generato mille emozioni e qualche delusione. Ma non è mai stato amore fino in fondo...

Stefano Rossi

"Pina, ma tu mi... ami?" chiedeva bofonchiando lo sciagurato ragionier Fantozzi. "Ugo, io ti stimo tantissimo", replicava la signora Pina. Volendo un po' forzare - permettetecelo -, col tempo che è passato e le frecciate che sono state scagliate (Clicca qui), oggi è possibile provare a ricostruire come è stato, al di là dei risultati, il rapporto tra Montella e la Fiorentina. Con la proprietà ad oggi è praticamente nullo: una stretta di mano in occasione di Italia-Malta al Franchi e telefonate Genova-Firenze andate a vuoto. Con la tifoseria il discorso è diverso. Di amore non si è mai trattato, giusto ammetterlo. Certo, il gioco messo in atto dalla squadra dell'aeroplanino ha entusiasmato e dato nuova linfa ad una città che veniva da due anni di Purgatorio sportivo. Ma il legame indissolubile è ben altra cosa e una totale empatia non si è praticamente mai vista.

Vincenzino, scaltro e sempre attento anche all'aspetto comunicativo, non si è mai arruffianato la città. Nessuna parola oltre il dovuto, nessuna promessa iperbolica e nemmeno un pugno battuto sul petto. E quel razionale distacco che, ad oggi, assume i connotati di un'arma di difesa. Esempio: quando la sua squadra si spostava dal centro sportivo al Franchi per allenarsi, Montella non attraversava il viale a piedi ma sempre a bordo di un'auto aziendale. Con buona pace dei tifosi che volevano un selfie e un autografo del mister che preferiva così, rispettando i ruoli. Anche le presenze ad eventi cittadini o l'apertura dei cancelli al pubblico sono sempre state centellinate.

La brusca interruzione fra le parti si consumò la notte della disfatta europea contro il Siviglia a Firenze. L'accusa di aver perso la propria dimensione ha incrinato, irrimediabilmente, il rapporto. Nel frattempo c'ha pensato il gruppo, guidato da Sousa, a sanare in fretta le ferite. Ma domenica sarà inevitabile ripensare alle tante vittorie, alle sconfitte e alle lezioni di calcio date qua e là. Ma d'amore no, forse non sarebbe giusto parlarne...