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Martinelli: “De Gea un esempio da sempre. Pressione? La sento più in panchina”

Martinelli: “De Gea un esempio da sempre. Pressione? La sento più in panchina” - immagine 1
Martinelli sulla Fiorentina e David De Gea
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Tommaso Martinelli, portiere della Fiorentina, al Maggio Salesiano ha raccontato la sua esperienza, partendo da un idolo speciale:

Allenarmi con De Gea è una gioia immensa. Da piccolo lo sceglievo sempre alla play, ne parlavo con i miei amici. È sempre stato un maestro per me. Averlo accanto è un orgoglio e cerco di imparare il più possibile. Non solo in campo, ma anche fuori, perché è un esempio nel modo in cui si allena, si comporta e affronta le partite. Di lui però non studio lo stile, quello ognuno ha il suo.


Sulla sua curiosa evoluzione da attaccante a portiere, ha detto:

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Sono arrivato alla Sales a 4 anni, facevo l’attaccante. Poi un giorno abbiamo deciso i ruoli insieme, io ero il più piccolo e finii in porta, ruolo che nessuno voleva. Lì ho iniziato con Ennio Quintavalle, un maestro che porterò sempre con me. Quando la Fiorentina mi ha chiamato a 8 anni non volevo andare via, ma la società mi permise di allenarmi ancora una volta a settimana con lui. (VIDEO) Vado ancora a trovare la moglie, voglio arrivare lontano anche per lui.

Infine, sull’emozione di essere scelto dalla Fiorentina e sulla gestione della pressione:

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Sono fiorentino dalla nascita, anche se i miei genitori non tifano viola, mio fratello sì. Essere chiamato dalla Fiorentina è stato un sogno che si è avverato. Alla Sales stavo benissimo, ma quando mi hanno chiamato ho provato una gioia immensa. In campo non senti la pressione dello stadio perché sei concentrato sulla partita. Paradossalmente la sento di più in panchina, perché lì vivi tutto in modo più emotivo.